Genova. Caos all’ospedale San Martino questa mattina in vista dello sciopero regionale del pubblico impiego di domani. I sindacati della funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato in tutta fretta un incontro con la direzione dell’ospedale dopo aver avuto “notizie di intimidazioni” ai lavoratori che hanno deciso di aderire allo sciopero. “La direzione dell’ospedale – spiega Vladimiro Furini, segretario generale della funzione pubblica Cgil – ha evidentemente sottovalutato l’adesione allo sciopero e non ha messo in atto tutte le procedure previste dalle legge per far fronte all’astensione, così a un giorno dallo sciopero è scattato il panico e per garantire lo svolgimento del servizio si è arrivati a intimidire i lavoratori”.
In pratica, in base alla legge 146/1990 sui servizi pubblici essenziali, occorre che vengano adottate misure specifiche per garantire la presenza di un numero di lavoratori sufficiente a garantire il servizio che, in un nosocomio come il San Martino comprende diversi reparti, dalla rianimazione alla dialisi, dal pronto soccorso a tutte le terapie salvavita non procrastinabili: “In pratica a partire da 5 giorni prima dell’astensione – spiega il sindacalista – si affigge una lista di lavoratori chiamati in servizio per ogni reparto interessato, i lavoratori a loro volta hanno 24 ore di tempo per dire se aderiranno allo sciopero. Nel caso il servizio non sia coperto si procede con la precettazione, che è compito però del Prefetto, non certo della direzione dell’ospedale”.
Questo al San Martino non sarebbe avvenuto: “Ne abbiamo avuto conferma nell’incontro che abbiamo avuto poco fa con la direzione – spiega Furini – ora abbiamo suggerito di coinvolgere il prefetto perché qui c’è da un lato un comportamento antisindacale, ma dall’altro siamo i primi a voler garantire la sicurezza dell’ospedale e dei pazienti che anche domani avranno bisogno di cure”.
Dopo alcune ore di tensione la situazione dovrebbe appianarsi e nel pomeriggio si terrà un nuovo incontro: “Ce lo auguriamo – conclude Furini – ma se questo non avverrà ci troveremo costretti a procedere per vie legali”.