Liguria. In Liguria un appalto pubblico su due è irregolare, molto più della già non felice media italiana che vede irregolare un appalto su 3. Lo denuncia all’agenzia “Dire”, il presidente di Cna Liguria, Marco Merli, anticipando gli argomenti dell’incontro previsto domani mattina a Genova, alla sala Munizioniere di Palazzo Ducale, dal titolo “Il nuovo codice degli appalti – Quale accesso per le piccole e medie imprese, al mercato degli appalti pubblici e delle concessioni?”.
Al convegno parteciperanno, tra gli altri, il presidente dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione), Raffaele Cantone, il presidente nazionale di Cna, Daniele Vaccarino, il procuratore capo della Repubblica di Genova, Francesco Cozzi. “E’la prima volta che si organizza in Liguria un’iniziativa di questo livello- prosegue Merli- per parlare del problema dell’accessibilità delle piccole e micro imprese agli appalti pubblici. E’ un incontro utile perché le difficoltà per il nostro settore a partecipare alle gare di appalto sono molteplici”.
Tra queste, “nonostante la normativa europea preveda che, laddove sia possibile, tutti gli appalti debbano essere assegnati per lotti suddivisi- sostiene Merli- ciò non avviene quasi mai e, anzi, si tende sempre più ad alzare la soglia degli appalti rendendoli avvicinabili solo dalle imprese di grandi dimensioni”. Tra gli altri elementi distorsivi del mercato, il presidente di Cna Liguria cita anche l”ormai costante presenza di “eccessivi ribassi d’asta anomali” o la tendenza al cosiddetto “spezzatino ovvero a ridurre un lavoro, potenzialmente di maggiori dimensioni, sotto la soglia dei 40 mila euro per poterlo affidare direttamente alle imprese amiche”.
Secondo Merli sono “molte le possibilità di correttivo, in parte già contenute in una legge di riforma di cui noi diamo giudizio positivo”. Nel corso dell’incontro di domani, verrà anche presentata una serie di proposte da parte di Cna Liguria “a costo zero, per fare in modo che le piccole e micro imprese- conclude il presidente Merli- non siano espulse da questo settore di mercato che in Liguria rappresenta il 18% del Pil. L’obiettivo è duplice: da un lato, aprire un dialogo con l’Anac, che deve avvicinarsi di più al territorio e non limitarsi a gestire le cose online; dall’altro, lanciare delle buone pratiche a livello nazionale che potranno essere prese ad esempio da tutte le regioni”.