Festa a quarto

Genova ricorda la “partenza dei Mille” da Quarto, la pronipote di Garibaldi “Se fosse vivo avrebbe tante battaglie da combattere” fotogallery

Genova. “Di quanto ha fatto Giuseppe Garibaldi per l’Italia resta molto, perché questa è stata l’impresa fondamentale dell’unità e, per quanto si possa discutere anche profondamente, su ciò che è avvenuto succssivamente, questo penso che tutti gli italiani lo sentano come momento fondante”.

Annita Garibaldi Jallet, pronipote di Giuseppe Garibaldi (nipote del quarto figlio, Ricciotti) non ha dubbi sul fatto che l’impresa dei mille rimanga, comunque, l’atto fondamentale dell’Italia moderna. Una spedizione partita 156 anni fa dallo scoglio di Quarto e ricordata, a Genova, con una giornata commemorativa, alla quale hanno partecipato anche le scuole del territorio. È proprio al mondo della scuola la discendente del l’eroe dei due mondi guarda con grande attenzione.

“È’ importante che la scuola si occupi di queste cose, anche se ha altri programmi – prosegue Annita Garibaldi – ma questo deve essere fatto attraverso l’insegnamento sul territorio, fatto da chi crede che bisogna avere un senso profondo della storia per essere cittadini completi”. Un eroe romantico, quindi, che se vivesse ai giorni nostri avrebbe molto da fare. “Ogni eroe deve essere contestualizzato nel suo tempo e nei suoi modi – conclude La pronipote – ma oggi credo ci sarebbe tantissimo da fare per Garibaldi”.

“Battaglie che forse da solo non potrebbe realizzare ma sicuramente sarebbero state nelle sue corde, quelle per i diritti dell’uomo, per la pace nel mondo, per la risposta a una globalizzazione selvaggia, che richiede invece un senso di una umanità e di un rispetto diversa da un tempo, quando si era protetti dalle nazionalità. Avrebbe tanto da fare, quindi, anche se l’eroe singolo, che parte con la spada in mano non c’è più e bisogna combattere in altri modi”.

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