Dal 2010

Cogoleto, l’Arrestra aspetta ancora i lavori post alluvione: a giorni la pre assegnazione fotogallery

Le sponde del torrente Arresta ancora come dopo l'alluvione del 2010

Cogoleto. Era il 4 ottobre 2010 quando l’alluvione mise in ginocchio il Ponente. Oltre al quartiere genovese di Sestri, fu colpito duramente anche il Comune di Cogoleto: il torrente Arrestra uscì dagli argini, sollevò terra e asfalto e devastò la strada del Molinetto.

Quasi sei anni dopo le foto mostrano, impietose, lo stato dell’arte: i lavori che sembrava dovessero partire nel 2015, con il recupero dei fondi per l’alluvione 2010, slittano. Poi il 30 dicembre arriva, finalmente, l’annuncio: firmato il decreto per indire il bando di gara per la risistemazione del torrente Arrestra da parte degli uffici regionali. Di qui l’iter amministrativo, lungo, ma senza intoppi. Il 15 aprile il bando è stato pubblicato con scadenza il prossimo 18 maggio.

Un progetto che vede la risistemazione del letto del fiume, della strada, degli impianti idraulici e di illuminazione, più altre opere di ingegneria idraulica “per evitare danni in futuro”. Oltre al vantaggio per l’impianto sportivo a valle, ora raggiungibile con un percorso tortuoso per via della strada devastata.

Un appalto complesso, che vede interessati due comuni, Cogoleto per la parte genovese e Varazze, e le due (ex) province. Tecnici e funzionari dell’ente di piazza De Ferrari hanno fatto una corsa contro il tempo (scadenza 31 dicembre) per sbloccare e non perdere i fondi.

Fra meno di quindici giorni, quindi, come da procedura di legge, ci sarà l’apertura delle buste, la pre assegnazione alla ditta che presenta i requisiti migliori, poi la verifica degli stessi requisiti e l’assegnazione definitiva. I lavori non scatteranno nell’immediato, ma, sempre che non ci siano ricorsi in mezzo, come spesso accade, si dovrebbe almeno entrare nel vivo della fase operativa.

“Spero che tutto vada a buon fine. E che sia la volta buona – ha commentato il sindaco di Cogoleto, Anita Venturi – sono cinque anni che siamo dietro a questi lavori. Nel pubblico, però, è necessario rispettare tempi che possono sembrare lunghi, ma che servono per salvaguardare e garantire che tutto sia fatto nel migliore dei modi”.

Foto di Paolo Zeggio

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