Genova. Non sono incoraggianti i dati emersi durante l’incontro organizzato dal comitato “Respiriamo Genova” sull’ ordinanza “anti-vespe”. Ogni anno, infatti, sono i morti precoci riconducibili alle emissioni di ossidi di azoto a
Genova, senza contare i metalli pesanti, e la prima fonte inquinante della città, che è il porto con le sue navi che tengono i motori accesi in banchina per poter funzionare. Lo ha spiegato il chimico ambientale Federico Valerio a Palazzo Tursi.
Sono 3.166 le tonnellate di ossidi di azoto all’anno prodotte dalle navi in porto, 877 le emissioni riconducibili agli autobus, 634 agli autoveicoli, 427 al riscaldamento domestico, 95 alla centrale a carbone dell’Enel e 41 ai motocicli, in base ai dati registrati dall’Arpal nel 2011.
“La principale fonte d’inquinamento a Genova sono le attività portuali, un dato nascosto, ma i numeri lo dimostrano – sottolinea Valerio -. L’inquinamento portuale colpisce la città quando ci sono i venti di mare, il 40% delle giornate nel corso dell’anno”.
Circa 47 genovesi sono esposti a una concentrazione oraria annua di ossidi di azoto maggiore dei limiti di legge a causa delle emissioni dei giganti del mare ormeggiati in banchina. Le navi passeggeri contribuiscono in modo pesante all’inquinamento della città, colpendo in particolare i quartieri di Oregina e San Teodoro, mentre l’area delle riparazioni navali impatta sul centro-est della città. Su 18 banchine delle 50 del porto le emissioni di ossidi di azoto sono comprese tra 110 e 1.350 tonnellate, un problema che riguarda l’intera città, in particolare dal Municipio Centro est all’intero Ponente.
La soluzione anti smog indicata dal chimico ambientale interpellato dal comitato “RespiriAmo Genova” è quindi una sola: portare avanti e completare l’elettrificazione delle banchine portuali.