Cronaca

Un imprenditore di Ceranesi denunciato nell’irruzione che ha messo fine a un giro di combattimenti clandestini fra cani fotogallery

Il suo cane, gravemente ferito, probabilmente è stato abbattuto. Gli investigatori hanno trovato molto sangue, macchinari per gli allenamenti e medicinali. A Pavia un allevamento abusivo con 40 cani

Genova. C’è anche un imprenditore genovese di 33 anni residente a Ceranesi tra i cinque denunciati per combattimento clandestino di cani in un’operazione che ha visto la squadra mobile di Genova lavorare insieme ai colleghi di Imperia e alla mobile di Pavia dove ieri gli agenti hanno fatto irruzione in una villetta nel comune di Rea proprio mentre si concludeva uno dei combattimenti.

L’irruzione. Nella tavernetta dove due pitbull erano stati costretti ad affrontarsi poco prima gli investigatori hanno trovato moltissimo sangue con diversi stracci imbevuti mentre non è stato più trovato il cane gravemente ferito del genovese che secondo la polizia potrebbe essere stato abbattuto e seppellito nel bosco.

Quando la polizia ha fatto irruzione infatti, gli indagati (oltre al genovese ci sono due milanesi, il proprietario della casa, collegata a un centro sportivo, e la moglie di quest’ultimo, tutti italiani sotto i 40 anni) sono fuggiti nei boschi e sono stati individuati e denunciati sono nel corso della notte.
Non solo, a poca distanza è stato scoperto un manufatto dove erano segregati una quarantina di cani di varie razze, ma soprattuto pitbull e dogo argentino, la maggior parte senza microchip e con passaporti provenienti dall’Est Europa.

L’indagine. A segnalare l’imprenditore genovese era stata la squadra mobile di Imperia che da tempo indagava sui combattimenti clandestini tra cani nel ponente ligure. L’uomo, che nella sua proprietà aveva allestito un vero e proprio campo di addestramento per i suoi 4 pitbull, è stato osservato e pedinato a lungo. Al momento della perquisizione poi gli investigatori hanno trovato un tapis roulant con una gabbia e un gancio dove attaccare il collare del cane e costringerlo a correre e una sorta di ‘forca’ a cui attaccare la mascella del cane per rafforzarla. Ancora: nelle diverse perquisizioni tra Genova, Milano e Pavia sono stati trovati antibiotici, integratori, libri e video sull’addestramento e l’alimentazione del cane finalizzata al combattimento.

Ora le indagini proseguono per verificare se ci siano altre persone coinvolte. L’ipotesi degli investigatori è che gli indagati avessero messo su un giro di scommesse clandestine, anche se nessuno sembra legato alla criminalità organizzata. Il genovese, difeso dall’avvocato Enrico Scopesi, ha precedenti e denunce per reati contro la persona, ma nessun legame con la criminalità organizzata.

I cani. Tutti i cani sono stati affidati alle cure dei veterinari della Asl che ha partecipato all’operazione e ora dovrà valutare i casi di maltrattamento (uno dei due cani che combatteva nel corso dell’irruzione è stato ritrovato con evidenti segni di quanto era appena accaduto) e l’affidamento ai canili comunali. L’indagine fa capo alla procura di Pavia.

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