Genova. “Per quanto mi riguarda un Comune con un mancato gettito di 7,7 milioni di euro e che per questo è costretto a ridurre i servizi non è il Comune che ho in mente”. Lo ha detto il sindaco Marco Doria, presentando in Sala Rossa nel consiglio comunale straordinario convocato allo scopo di sanare il pasticcio di tre giorni fa quando è stata approvato un emendamento che taglia l’Imu sulle case A1, con una perdita netta di quasi 8 milioni di euro per palazzo Tursi.
Doria non dice apertamente in aula che si dimetterà se la delibera non passa, come ha fatto ieri in conferenza capigruppo e come ha ribadito questa mattina a una tv locale. Ma il senso è chiaro, così come è chiaro come finirà questa giornata, con la delibera approvata, ma senza i 21 voti di una maggioranza che non c’è più grazie a una marea di astensioni.
Dopo il sindaco è intervenuto l’assessore al bilancio Franco Miceli per illustrare le modifiche nel dettaglio. Ora si susseguono gli interventi nel merito della delibera da parte dei consiglieri, anche se qualcuno anticipa già le dichiarazioni di voto.
“Ci riproponete la delibera finché non risponde al vostri gusti”, accusa Stefano Balleari, gruppo Pdl, a cui si aggiunge il capogruppo della Lega Nord, Alessio Piana: “uno dei momenti peggiori di questa amministrazione. Per questioni di merito e di metodo. Una delibera che stravolge in tre giorni la volontà di questo consiglio”.
Ancora più duro l’affondo di Stefano Anzalone, ex Idv, ex maggioranza poi fondatore di Progresso Ligure, che ha detto rivolto al sindaco: “Deve contare fino a 21 per sapere se aveva i numeri e non lo fa da tempo, non lo ha fatto nemmeno questa volta perché lei è un superbo”.
“Il punto più basso di questa amministrazione”, anche per l’opposizione del Movimento 5 Stelle. “Siamo stati definiti irresponsabili – è intervenuto Andrea Boccaccio – ma come definisce un assessore che porta in aula un documento relativo al bilancio 4 giorni prima della scadenza? come definisce un consiglio straordinario a un giorno dalla scadenza”. Confermata la mozione di sfiducia dei grillini “facendo appello agli altri”.
Ed è l’Udc a togliere il velo, con la dichiarazione di voto del capogruppo Alfonso Gioia: “Non possiamo permetterci un commissario governativo”. E’ la preannunciata astensione.