Genova. Pensava che la pistola fosse una scacciacani e non si era accorto che Adriano e Walter Lamberti erano stati feriti a morte. Così ha cercato di disarmare Salvatore Maio, costringendola poi alla fuga.
E’ la ricostruzione dei legali di un terzo uomo coinvolto nella sparatoria di Pegli, genero di Adriano Lamberti, ucciso lunedì sera insieme al figlio Walter per mano dello stesso Maio preso poco dopo dalla polizia e ora accusato di duplice omicidio.
L’uomo, di origine sinti marito di una figlia del cinquantenne ucciso, ha assistito alla lite nel bar, poi rendendosi conto di quanto accaduto solo quando lo sparatore ha lasciato l’arma, ha cercato di rianimare i feriti.
Sembrava una sciocchezza, ha spiegato, ma poi quell’uomo ha invitato Adriano e Walter a seguirli fuori dal bar.
Il nome di Maio, secondo quanto emerso nelle scorse ore, risulta in un’informativa dei carabinieri del Ros del 2010 nel contesto
dell’indagine sulla ‘ndrangheta “Maglio 3” per alcuni contatti con Domenico Gangemi e Onofrio Garcea.
Ieri pomeriggio è stata effettuata l’autopsia sulle due vittime: il medico legale ha confermato che Adriano e Walter Lamberti sono stati colpiti da un colpo di pistola ciascuno: al torace il primo, al ventre il secondo.