Rapallo. Il ritrovamento di un cannone risalente al XVI secolo, riaffiorato proprio davanti all’antico castello sul mare di Rapallo, si è rivelato poi essere un pesce d’aprile ben congegnato.
Il cannone, semisommerso e colmo di incrostazioni marine, secondo le voci messe in giro ad arte, era stato trovato da un appassionato pescatore dilettante, Luca Macelloni, che col proprio gozzo aveva incocciato la parte terminale della pesante arma da fuoco a pochi metri dalla fortezza eretta nel 1551 per difendere il borgo dalle scorrerie dei saraceni e da Dragut in particolare.
Il pescatore, con l’aiuto di un verricello elettrico, era poi riuscito a trascinare a riva, a poca distanza dallo scaletto del locale Circolo Amici del Castello. Gli ispettori di una fantomatica Sovrintenza ai beni archelogici e subacquei della Liguria – così recitava un cartello bilingue di divieto assoluto di accesso all’area interessata – avevano poi provvisoriamente transennato l’area demaniale.
Qualche indizio a favore dei più curiosi gli ideatori dello scherzo lo avevano comunque lasciato: il logo ministeriale al centro del cartello riportava la testa di un palombaro; da oltre un mese i cannoni posizionati sul lungomare erano scomparsi (per lavori di restauro grazie all’intervento del locale Lions Club), la recente pubblicazione di un libro di Emilio Carta sull’attacco a Rapallo da parte di Dragut (1549). Tutto lasciava adito a più di una perplessità da parte dei rapallini …più scafati.
Emilio Carta, giornalista, scrittore e un po’ burlone, nel 1996 era stato l’ideatore assieme ad altri amici dello scherzo delle pepite d’oro rinvenute nel torrente San Pietro di Rapallo, un pesce d’aprile che, per la verità, si era dipanato per una decina di giorni catturando l’attenzione dei media e dei principali network italiani e stranieri.
Lo stesso Emilio Carta racconta: “Marino Conte, titolare del pub Gallo Nero, con un certosino lavoro durato diversi mesi, ha costruito un cannone in cemento, pesante oltre cento chili e lo ha anticato. Lo scherzo così congegnato si è poi dipanato sin dal giorno prima del 1° aprile grazie alla collaborazione mia, dell’avvocato Francesco Errico e dell’amico Luca Macelloni che, non per nulla, fa proprio il…pescatore!”.