Genova. La Camera del Lavoro Metropolitana di Genova compie 120 anni. Il 31 maggio 1896 infatti fu inaugurata ufficialmente. Al di là della ricorrenza storica l’evento rappresenta un momento di interesse per la città perché “le lotte e le vicissitudini della classe lavoratrice sono intrinseche allo sviluppo sociale, culturale, politico ed economico cittadino” ha spiegato oggi il sindacato, che ha promosso un convegno a Palazzo Ducale dal titolo “Il sindacato davanti alla modernità”.
Ivano Bosco, segretario generale della Camera del Lavoro, ha ricordato come modernità, per la Cgil, significhi riconquista dei diritti “che in questi ultimi venti anni sono stati cancellati, a partire dal diritto ad avere un lavoro”. In questi mesi, la Cgil ha avviato una profonda riflessione. “Non c’è alcun dubbio che oltre ad un mutamento organizzativo, tecnologico il lavoro sia stato cambiato da quasi venti anni di normative che hanno contribuito alla sua precarizzazione e
destrutturazione. Gli spazi che la globalizzazione avrebbe potuto offrire in termini di vivibilità, qualità e crescita professionale sono stati invece utilizzati per comprimere i diritti e rendere “atipici e temporanei” i contratti di lavoro”.
“I governi che si sono succeduti hanno favorito queste tendenze. I riflessi di queste politiche si sono sentiti sia a livello economico (se non si ha la certezza della retribuzione non si programmeranno spese, creando così un circuito vizioso) sia culturale – ha detto Bosco -. La stessa volontà di non riconoscere il sindacato confederale come interlocutore in materie di sua competenza, ad esempio sulle recenti leggi sul mercato del lavoro, cambiano i connotati democratici delle società in cui siamo vissuti sino ad oggi”.
Per questo la Cgil ritiene necessario proporre una Carta, fatta di principi di rango Costituzionale, che riscriva un nuovo Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori allargando i diritti a tutti quanti se ne sono ancora esclusi. “Proprio perché il lavoro è cambiato, ed i lavoratori sono stati vittime di questo cambiamento, c’è bisogno di ricomporre un sistema di norme che garantiscano a tutti (subordinati, autonomi, pubblici, privati) diritti universali e dignità – ha detto il segretario della Camera del Lavoro -. Ecco perché la Cgil crede fortemente in una proposta di legge popolare che rimetta al centro della politica di questo paese il valore del lavoro, la sua unificazione, la sua dignità, i diritti che devono accompagnarlo, insomma la cultura che il lavoro porta con sé. La Camera del Lavoro Metropolitana ha chiamato i propri iscritti ad esprimere il loro parere sulla Carta Universale dei Diritti del lavoro: le assemblee sono state 681 e hanno coinvolto 24.326 iscritti che al 95 per cento si sono espressi favorevolmente alla Carta”.
Dal 9 aprile inizierà la raccolta firme a sostegno della proposta di legge.