Genova. Un omaggio “sul campo” a Gilberto Govi nel giorno del 50° anniversario della sua scomparsa con Tullio Solenghi e Maurizio Lastrico: è il senso dell’iniziativa “I comici genovesi leggono Govi”, ideata da Regione Liguria e in programma giovedì 28 aprile alle 18 nella Sala Trasparenza di Piazza De Ferrari per celebrare il più grande artista dialettale genovese che ha reso lo “zenéize” famoso e comprensibile in tutta Italia. L’iniziativa è stata voluta dall’assessorato alla Cultura di Regione Liguria, curata da Margherita Rubino, docente dell’Università degli Studi di Genova, e Marco Salotti.
Solenghi e Lastrico, comici professionisti e, soprattutto, genovesi, leggeranno in pubblico alcuni dialoghi tratti da “Gildo Peragallo ingegnere” e “Pignasecca e Pignaverde”, con un breve dialogo finale tratto da “I maneggi per maritare una figlia”, attraverso quella particolare forma di linguaggio, un dialetto non troppo ‘stretto’, che Govi utilizzò quando la sua fama divenne, oltre che teatrale, anche televisiva e cinematografica.
“Come Regione Liguria – ha spiegato l’assessore alla Cultura, Ilaria Cavo – volevamo dare un segnale forte nel giorno del 50° anniversario della scomparsa di Govi attraverso non un ricordo museale ma un omaggio “sul campo”, andando a testare la tenuta del suo repertorio nel tempo. Per la prima volta in modo inedito – ha sottolineato – saranno due comici professionisti a portare in scena il suo dialetto e la sua comicità. Questa iniziativa è rivolta soprattutto alle nuove generazioni, perché è ai più giovani che dobbiamo spiegare cosa Govi ha rappresentato per la cultura genovese e ligure. Il fatto che Solenghi e Lastrico abbiano accettato questa sfida è un segnale importante: lo hanno fatto con grande entusiasmo e questo mi fa pensare che dall’evento del 28 aprile – ha concluso – possa nascere un progetto più ampio e corposo per il prossimo autunno, una “Festa per Govi” da realizzare in un teatro con uno spettacolo gratuito”.
“Se Gilberto Govi è rimasto vivo in Italia in questi cinquant’anni – ha sottolineato Solenghi – lo si deve alle compagnie genovesi dialettali, in cui si formò un Govi giovanissimo e che ne hanno mantenuto viva e vegeta negli anni la pratica teatrale. E’ anche grazie a loro che il genovese è diventato per noi un patrimonio fondamentale della nostra identità. Govi iniziò la sua carriera con il teatro amatoriale che spesso si immagina come un teatro di ‘serie B’ rispetto a quello ufficiale professionistico. Chi lo conosceva racconta che Govi era molto vigile e severo sia con se stesso sia con la sua compagnia di professionisti di assoluto livello. Si racconta che, mentre era in scena a Roma al teatro Sistina, uscì una recensione in cui si descriveva come straordinario il suo modo di stare sulla scena ma si criticava la sua compagnia. Govi fece armi e bagagli e se ne tornò a Genova, a dir poco adirato per questa scarsa valutazione degli attori che recitavano con lui e di cui era molto orgoglioso. Questo la dice lunga su quando io e Maurizio siamo fieri di poter rendere omaggio a questo grande artista a 360 gradi non solo per la sua bravura scenica ma anche per la grande scuola di professionisti che ha trasmesso ai suoi colleghi e fino a noi”.
Maurizio Lastrico ha ricordato che “il mio primo impatto con Govi fu in quinta elementare, in una recita di fine anno. Fu il mio battesimo teatrale, le risate e l’interesse del pubblico furono per me un imprinting molto forte. Credo che il nostro obiettivo oggi sia trasmettere ai ragazzi la forza della comicità genovese di cui Govi è stato capostipite. La cosa più bella sarà far arrivare ai giovani la forza di quel tipo di comicità, la capacità di Govi di raccontare, con il sorriso, il mondo e le persone con assoluta verità, facendo al contempo qualcosa di estremamente popolare”.