Genova. Gian Piero Gasperini non diffamò i tre tifosi citati per nome dopo una contestazione lo scorso gennaio al termine della gara Genoa-Palermo. Lo ha stabilito il gip di Genova Massimo Cusatti, che ha deciso di archiviare l’inchiesta per diffamazione nei confronti dell’ allenatore del Genoa, partita dopo la denuncia di uno dei tre, Davide Traverso, presidente dell’Associazione Club Genoani.
Secondo il gip, infatti, Traverso non può ritenersi diffamato per essere stato accostato a due ultrà e alle gesta da loro compiute in quanto non ha mai preso le distanze dai due supporter. “Traverso – scrive il gip – non ha dimostrato la pretesa distanza netta e decisa delle sue posizioni da quelle di Leopizzi e di Cobra”, gli altri due tifosi citati da Gasperini nello sfogo dopo la gara Genoa-Palermo dello scorso gennaio, quando il tecnico disse che non riconosceva come veri tifosi chi lo contestava con certi termini e certe gesta. E citò chi aveva fatto togliere le maglie ai giocatori durante Genoa-Siena. Tifosi che lo stesso Traverso, scrive il gip “evidentemente ascrive alla parte non sana del tifo genoano, quella a suo dire incline a gesta delinquenziali”.
“Anzi – prosegue il gip citando un altro episodio della contestazione all’allenatore – Traverso nella sua veste di presidente dell’Associazione club genoani ha scritto un comunicato in cui accusava Gasperini di essere ‘un allenatore narciso e avido nello sfruttare ogni occasione per aumentare il proprio ingaggio oltrepassando cosi’ il limite del legittimo dissenso sulle scelte tecniche’. Non proprio una manifestazione di dissenso urbana e adeguata rispetto al ruolo effettivo dell’allenatore preso di mira, che è pur sempre un professionista tutt’altro che infallibile ma legato alla società da un contratto a titolo oneroso e non gratuito”.
“La sensazione – continua il gip – è che si consideri la passione calcistica come una sorta di ampio calderone in cui debbano confluire, in nome della comune passione per la squadra, tutte le ‘anime’ della tifoseria organizzata e non, compresa quella frangia che in nome di un malinteso senso di ‘onore’, si è resa protagonista di episodi come quello delle magliette”.