Genova. Sono 168 gli abitanti di via Edera che hanno firmato il ricorso al Tar contro Casa Bozzo, l’edificio di proprietà del Ceis destinato ad ospitare 25 richiedenti asilo e 25 minori stranieri. Il ricordo, redatto dall’avvocato Daniele Granara, è stato depositato e notificato alle parti il 17 marzo. Obiettivo del ricorso è bloccare l’arrivo dei profughi, che dovrebbe avvenire a giorni, visto che i lavori all’interno dell’edificio sono stati completati, attraverso una sospensiva per ottenere poi la dichiarazione di illegittimità di tutta l’operazione.
Fra i motivi del ricorso il presunto ‘cambio di destinazione d’uso’ dell’edificio che un tempo ospitava una congregazione religiosa “ che comporterebbe un aggravio del carico urbanistico, in una zona già sottoposta ad una pressione abitativa altissima, in assenza di infrastrutture e servizi essenziali, con conseguente enorme disagio dei ricorrenti e delle loro famiglie che in tale zona, già estremamente disagiata ed inadeguata, vivono”. Per i ricorrenti “la realizzazione dell’intervento in esame, ben lungi dal soddisfare un interesse comune della collettività che risiede nelle vicinanze, soddisfa al più un interesse particolare, non apportando alcun beneficio ai residenti, i quali vivono in un’area già particolarmente delicata dal punto di vista urbanistico, idrogeologico ed idraulico, per la quale lo stesso pianificatore ha riconosciuto l’esigenza di riqualificazione”
Il secondo principale aspetto su cui si basa il ricorso è “l’illegittimità dell’intervento prospettato sotto il profilo idraulico-ambientale, essendo la sua realizzazione radicalmente preclusa dalla disciplina del Piano di Bacino per la Tutela del Rischio idrogeologico del Torrente Bisagno. Oltre che gravissimo disordine urbanistico, l’intervento in parola comporta anche gravissime ricadute sotto il profilo idrogeologico, derivanti dalle caratteristiche di instabilità dell’area, ed idraulico, con conseguente inammissibile stato di pericolo”.