L'intervento

Utero in affitto, la lettera di Beppe Grillo: “Ecco cosa mi spaventa”

"Nulla a che fare con l’omosessualità; mi spaventa la logica del 'lo facciamo perché è possibile"

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Genova. “C’è qualcosa del concetto di utero in affitto che mi spaventa. E non ha nulla a che fare con l’omosessualità oppure l’eterosessualità; mi spaventa la logica del ‘lo facciamo perché è possibile’: un po’ com’è diventato facile attaccare tutto alla bolletta della luce”.

Dopo l’approvazione della legge sulle unioni civili, lo stralcio della step child adoption e le polemiche sulla nascita del figlio di Nichi Vendola, Beppe Grillo parla e lo fa scegliendo il formato lettera, con destinatario Corriere della Sera. La missiva pubblicata oggi dal quotidiano nazionale è a titolo personale, ma il dibattito, sui social e non solo, è quanto mai aperto.

Un intervento diverso, nei toni, rispetto a quanto è solito fare il garante del Movimento 5 Stelle. “Le questioni etiche nel periodo del low cost possono assumere degli aspetti paradossali, al limite del ridicolo… scusate: del tragico”, recita l’inizio della lettera a firma Grillo.

“Peggio vanno le cose e più sono le nullità che scorrono sugli schermi utilizzando le parole amore, felicità, dignità umana…come se anche queste stessero subendo una sorta di inflazione. Mentre confondiamo l’economia con la finanza ancora peggio ci comportiamo, anche nel nostro intimo, quando confondiamo quelli che adesso mi permetto di chiamare diritti intimi! Come la paternità, la maternità e l’amore”. E ancora, riprendendo diritti ed etica: “chi sono io per dire alle persone di rinunciare a delle opportunità che appaiono stupefacenti? E se è così: chi sarei io per rivendicare, al semplice scopo di salvarli, i diritti della persona a cominciare dalla sua dignità, per finire con il fatto che si tratta di una certa persona, di una tal coppia oppure di un operaio, di un poliziotto, un pensionato, un bambino in Siria dove ti uccidono i videogiochi dal cielo, insieme a tutti gli individui che compongono il tessuto interstiziale della società”.

Ma il passo all’attualità, con richiamo in più passaggi alla scelta dell’ex governatore della Puglia sulla maternità surrogata, è breve e quanto mai sferzante: “Quanto è lontano Nichi Vendola da quello che sta succedendo nel mondo reale per permettersi di comportarsi con una majorette che rotea strane mazze colorate guidando un corteo di pareri in svendita”. Poi ancora una riflessione più ampia, dove risalta ripetuto a più riprese il concetto di una società a “forte rischio low cost”: “Così, mi perdo in questi nuovi moti di provare dolore e manifestare gioia, spaventato dalla facilità con cui li modifichiamo. Terrorizzato dal contesto di assoluta disinformazione da cui sentiamo provenire quelle parole. Incredulo e confuso: nessuno vorrà spiegare perché stiamo vivendo nel mondo del precotto low cost delle idee, dei riferimenti morali e della gioia – scrive il comico genovese ritornando poi alla quotidianità della comunicazione televisiva da lui fortemente criticata – Scandalizzarsi perché qualcuno trova buffo Vendola ma non dice nulla — oppure dimentica apposta — quello che sta succedendo a chi si suicida per un debito mi spaventa. Insieme a quelle definizioni strane: utero in affitto, soldato, sacrificio, insostenibilità, abbandono… Tutti rinchiusi e allontanati dalla vista mentre si chiacchiera pensando soltanto se ci si è sbiancati a sufficienza i denti da mostrare nell’ennesimo talk show”. Un intervento che non ha lasciato indifferente la rete, divisa come prevedibile, tra approvazione, qualche stupore e note di biasimo.

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