Genova. Dalle prime ore di questa mattina, i militari del Gruppo Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente di Milano, in collaborazione con i Comandi Provinciali di Genova e di Alessandria, al termine di un’articolata e complessa attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Genova, stanno eseguendo sette ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari emesse dal gip di Genova ed una serie di perquisizioni e sequestri di beni a carico di dirigenti e dipendenti di Amiu e di Switch 1988 Spa, principale subappaltante della municipalizzata genovese per la raccolta differenziata dei rifiuti nel capoluogo ligure.
Arrestati con l’accusa, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la Pubblica amministrazione ed al traffico illecito di rifiuti, Maurizio Dufour, socio e presidente del consiglio di amministrazione di Switch 1988 Spa, Roberto Curati e Stefano Ionadi, rispettivamente socio e dipendente della medesima società, nonché Massimo Bizzi, dirigente di Amiu e i dipendenti Roberta Malatesta, Tonito Magnasco e Claudio Angelosanto; complessivamente 30 le persone che risultano coinvolte ed indagate a vario titolo nel corso delle indagini.
L’operazione di oggi rappresenta la prosecuzione dell’attività che, il 13 novembre 2014, aveva portato all’arresto dei fratelli Mamone e della famiglia Raschellà, insieme all’allora Dirigente dell’Ufficio Acquisti di Amiu, Corrado Grondona, oggi figurante tra i denunciati, per associazione per delinquere, corruzione e svariati reati in materia ambientale oltre che nei confronti della Pubblica amministrazione.
Grazie all’analisi incrociata di quanto emerso dalle attività tecniche e dai servizi di osservazione e pedinamento dei Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Genova – che hanno condotto tutte le fasi delle indagini, avviate nel 2012 – oltre agli atti acquisiti in occasione delle numerose perquisizioni, sono stati accertati innumerevoli episodi di gestione illecita della raccolta differenziata operata da “Switch 1988 Spa”, relativamente a plastica, carta, cartone, rifiuti ingombranti e rifiuti pericolosi, che hanno generato un considerevole traffico illecito di rifiuti con i conseguenti profitti fraudolenti per la società, a danno delle aziende “sane” operanti nel settore, e la truffa nei confronti dei cittadini – sotto forma di maggiori oneri tariffari – e del Comune di Genova, il tutto con la compiacenza e la collaborazione di numerosi dirigenti e dipendenti di Amiu collusi.
Le indagini hanno infatti permesso di scoprire un collaudato e diffuso sistema di frodi, truffe ed abusi posti in essere da un ormai consolidato sodalizio di persone al centro del quale si trovava Corrado Grondona – oggi licenziato e non più appartenente ad Amiu- che da un lato permetteva a Switch 1988 Spa e ai membri del gruppo criminale di realizzare consistenti ed illeciti profitti e, dall’altro, all’azienda municipalizzata di far figurare percentuali di raccolta differenziata fasulle e ben più elevate di quelle effettivamente realizzate.
Il meccanismo fraudolento applicato era tanto semplice quanto efficace: i vari appalti – in alcuni casi vinti da Switch 1988 Spa perfino quando la stessa società non era in possesso dei requisiti richiesti dal bando di gara – venivano aggiudicati con ribassi vertiginosi ed assolutamente fuori mercato (arrivati in taluni casi alla soglia del 50%), salvo poi attuare successive modifiche ovvero assegnazioni extra per rendere comunque ben profittevoli le attività svolte dalla società appaltatrice facente capo al Dufour. Proprio a questo proposito, tra i numerosi sistemi artatamente messi a punto per falsificare i servizi effettuati, gonfiando a dismisura i relativi profitti, si procedeva a simulare centinaia di ritiri di rifiuti ingombranti a domicilio in realtà inesistenti, falsificando la relativa documentazione e richiedendo, di conseguenza, i relativi rimborsi ad Amiu; in altre circostanze, invece, venivano decuplicati sistematicamente i quantitativi di rifiuti smaltiti per conto del Comune, e si è arrivati perfino ad effettuare smaltimenti di rifiuti gratuiti nei confronti di vari enti pubblici istituzionali e Forze di Polizia, facendo poi figurare falsamente tali rifiuti come se fossero stati rinvenuti abbandonati sul territorio comunale, incassando così indebitamente il previsto addendum contrattuale per bonifica straordinaria del territorio.
Switch 1988 Spa, inoltre, aveva il proprio parco clienti costituito da svariate aziende private i cui rifiuti venivano però in gran parte smaltiti a spese di Amiu – e quindi del Comune – in quanto venivano conferiti gratuitamente presso gli impianti di smaltimento facendoli passare come materiale proveniente dalla raccolta urbana, sempre grazie alla “collaborazione” dei dipendenti della municipalizzata corrotti.
L’ingegnosa macchinazione descritta consentiva così di violare sistematicamente le normative a garanzia dei subappalti, tra l’altro mediante l’impiego assiduo di manodopera proveniente da una cooperativa di lavoratori “di facciata”, creata appositamente per avere un’indebita riduzione del costo del lavoro a discapito dei dipendenti.
Il sistema criminale era ormai talmente collaudato e consolidato da potersi applicare anche in circostanze non prevedibili; in occasione di un incendio sviluppatosi presso lo stabilimento della Switch 1988 Spa a causa della rimozione intenzionale dei sistemi di sicurezza di alcuni macchinari allo scopo di permettere il funzionamento oltre i limiti previsti dal progetto, infatti, Dufour, con l’appoggio e l’intercessione dei propri sodali in Amiu, riusciva addirittura ad evitare la denuncia alla Procura della Repubblica con la compiacenza di alcuni appartenenti al Comando dei Vigili del Fuoco, in cambio di una sponsorizzazione per la loro squadra sportiva ed altri favori. Nei confronti di questi ultimi, indagati anch’essi a piede libero nell’ambito dell’operazione, è in corso il procedimento per l’interdizione dai pubblici uffici.
Nel corso delle attività odierne, si è inoltre proceduto al sequestro per equivalente di beni vari, per un ammontare complessivo pari ad 1 mlm di euro.
Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati portati nelle proprie abitazioni, con il divieto di comunicare con l’esterno.