Genova. “La legge italiana prevede che che i rifiuti siano raccolti in maniera differenziata. L’impianto previsto da Mefin basato sul recupero ma che prevede solo la differenziazione tra secco e umido in Italia non è utilizzabile”. Taglia corto il presidente di Amiu Marco Castagna rispetto alla manifestazione di interesse presentata in Comune dall’azienda sarda Mefin con un progetto di investimento di 150 milioni di euro per l’innovazione impiantistica, resi disponibili grazie all’accordo con due multinazionali.
Secondo la presidente di Mefin Aurora Melas allo studio ci sarebbe l’ipotesi di ridurre e semplificare le frazioni raccolte passando dalle classiche cinque(vetro-allumino, carta-cartone, plastica, umido, secco indifferenziata) a due, umido e secco. Un modello che l’azienda ha già sperimentato a Buenos Aires. “Sarebbe anche logico e intelligente questo sistema, perché alla fine ciò che conta è il recupero e non come si differenzia. Ma in Italia non si può fare: a differenziale nel nostro Paese devono essere i cittadini non le aziende attraverso sistemi meccanici” ripete Castagna che chiude l’argomento con una battuta: “A Buenos Ayres ci sono tanti genovesi ma questo non rende il loro impianto utilizzabile a Genova”. Un impianto che “da quanto leggo non sembra essere autorizzabile dal piano regionale dei rifiuti” aggiunge il presidente di Amiu.
La questione è tutt’altro che chiusa invece dal punto di vista legale rispetto ad alle affermazioni fatte dagli imprenditori sulla situazione di Amiu: “Abbiamo dato mandato oggi stesso ai nostri legali di querelare i vertici di Mefin per le false affermazioni fatte a proposito della solvibilità di Amiu, all’affidabilità della stessa presso il sistema bancario, del rischio fallimento e dei conseguenti esuberi, oltre che per le inesattezze circa la situazione debitoria dell’azienda”.
Intanto a Tursi l’ufficio legale insieme al segretario generale del Comune, sta continuando a lavorare sull’ipotesi di un passaggio di azionario verso Iren. Secondo il Comune è una procedura fattibile, che sarà ad evidenza pubblica ma non passerà attraverso una gara, già attuata in Lombardia dal gruppo A2A. Ma è evidente che il rischio dei ricorsi esiste. E la presentazione di un’offerta alternativa (o di più, visto che nei giorni scorsi si è parlato anche di un interessamento di Giovanni Calabrò) potrebbe rappresentare un ostacolo a questo passaggio.
Lunedì alle 17 intanto Amiu si incontrerà in Regione insieme a Comune e sindacati per fare il punto sull’accordo di programma firmato nell’aprile scorso che prevedeva fra l’altro che entro giugno dello scorso anno Comune ed Amiu individuassero l’area per il biodigestore, poi finanziato dalla Regione attraverso fondi Fesr e il cui progetto preliminare avrebbe dovuto essere presentato entro il 31 dicembre 2015. Il documento inoltre come premessa prevedeva il mantenimento dei livelli occupazionali e contrattuali dei circa 1500 dipendenti di Amiu.