Portofino. Potrebbero essere stati venduti in Romania, precisamente a un compra oro di Toporu, i gioielli della contessa Francesca Vacca Agusta, morta l’8 gennaio 2001 precipitando dalla scogliera di Villa Altachiara a Portofino. Arrivati lì dopo il furto denunciato dall’imprenditore Tommaso Mambretti, che li custodiva per l’amico Maurizio Raggio, ex compagno della contessa.
Lo spunto investigativo è contenuto nell’avviso di conclusioni indagini notificato nei giorni scorsi dal sostituto
procuratore Emilio Gatti. Sei gli indagati: Hiran Perera, maggiordomo cingalese, per furto aggravato e tentata estorsione.
Stesse accuse per l’imprenditore edile Marco Barolo, amico di Mambretti. Accusa di esercizio arbitrario delle proprie ragioni e interferenza illecita nella vita privata per Mambretti nella cui villa di Rapallo erano custoditi i gioielli. Maurizio Raggio è accusato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, insieme a Barolo e a due manovali Massimiliano Daldo Tarantolo e Simone Di Bartolomei.
Per riannodare i fili della vicenda occorre risalire all’agosto 2014. Dalla villa di Mambretti spariscono gioielli
dell’imprenditore per un ammontare di circa un milione di euro e, si scopre nelle settimane successive, anche quelli della contessa Vacca Agusta che Raggio aveva affidato all’amico per sottrarli al pignoramento dell’Agenzia delle Entrate. Viene accusato subito il maggiordomo, che però respinge le accuse e controquerela il suo ex datore i lavoro.
Raggio, prosegue Perera, nei giorni successivi si sarebbe presentato dal maggiordomo in compagnia di due persone (Tarantolo e Di Bartolomei) e lo avrebbe minacciato ancora. Nel corso delle indagini, si scopre che Mambretti aveva
piazzato una telecamera nella camera da letto del cameriere per spiarlo e capire se era stato lui a rubare i preziosi. Ma altre telecamere, piazzate per ragioni di sicurezza nella villa, sarebbero state usate contro lo stesso Mambretti: i filmati che lo riprendeva mentre consumava rapporti sessuali con la moglie e altre foto sarebbero state usate dal cameriere e dall’amico imprenditore per estorcergli denaro.
Per il pm la vicenda sarebbe abbastanza chiara: a rubare quei gioielli furono Perera e Barolo, gli unici a conoscere il nascondiglio, mentre gli altri avrebbero “esagerato” nel chiedere la restituzione del bottino. Barolo avrebbe dato i gioielli della contessa alla sua fidanzata romena incaricandola di venderli ai compra oro della sua città.