Milano. Mentre nei giorni scorsi il Pg ha chiesto la condanna all’ergastolo per Giovanni Antonio Rasero, il suo avvocato, al termine di un’arringa durata oltre 3 ore, ha chiesto l’assoluzione del broker marittimo imputato a Milano davanti alla Corte d’Assise d’appello per l’omicidio del piccolo Alessandro Mathas. “Io penso che non ci siano elementi oggettivi per condannare Giovanni Antonio Rasero”, ha detto il legale Luigi Chiappero.
Il piccolo, che aveva 8 mesi, è stato assassinato in un residence di Genova Nervi nella notte tra il 15 e il 16 marzo del 2010. Notte durante la quale la madre del bimbo, Katerina Mathas, e l’uomo hanno assunto cocaina e alcol. Katerina Mathas è stata assolta definitivamente dall’accusa di omicidio e condannata solo per abbandono di minore a quattro anni di carcere.
Il processo si sta celebrando a Milano in quanto, dopo che la Cassazione ha annullato con rinvio l’assoluzione in appello di Rasero, nel capoluogo ligure non c’è una seconda Corte d’Assise d’appello. Nella sua discussione l’avvocato ha ripercorso i contenuti sia della sentenza di assoluzione di Rasero di secondo grado sia le motivazioni con cui la Cassazione ha annullato quella sentenza.
Per il legale, le tante bugie che avrebbe raccontato Rasero su quella tragica notte sono state semplicemente una reazione all’incalzare della Procura nei suoi confronti: “Dopo aver detto la verità, nessuno l’ha creduto – ha detto il difensore – e Rasero ha dovuto rincorrere la procura per ottenere qualche facilitazione dai magistrati”, come la fine della carcerazione preventiva.
Secondo il legale la morte di Alessandro è avvenuta tra le 23.30 e le 3.30 di notte, un range ben più ampio di quello ricostruito dall’accusa e compatibile con la presenza nella casa di Katerina Mathas, che era stata stata invece esclusa perché in quel momento la donna era fuori dall’appartamento alla ricerca di cocaina. La parte conclusiva dell’arringa dell’avvocato Chiappero è stata spesa per descrivere Rasero come una persona incapace di
poter far del male a qualcuno. Al contrario, la madre del piccolo Alessandro è stata descritta come una persona dall’umore molto instabile, probabilmente a causa dell’uso di cocaina, che proprio la notte dell’omicidio ha avuto un crescendo parossistico di nervosismo segnalato dalle incessanti chiamate al cellulare. Cellulare che ad un certo punto avrebbe anche lanciato contro la finestra.
Rasero fuori dall’aula, davanti a telecamere e taccuini, per l’ennesima volta ha proclamato la sua innocenza. Ora sono cominciate le repliche delle parti. La sentenza è attesa nel tardo pomeriggio.