Genova. Che cos’è la sindrome dell’automobilista? Se non lo sapete, non disperate: non lo sa nessuno, o quasi. “Sicuramente – spiega Antonio (il nome è di fantasia) – non lo sa neppure il manuale con cui ci era stato detto di preparare l’esame per diventare insegnante di guida”.
E’ l’8 marzo scorso quando una trentina di candidati arrivano in largo Cattanei, presso la Direzione trasporti dell’ex Provincia di Genova. Hanno seguito i corsi e sbrigato le pratiche necessarie: se andrà loro bene potranno insegnare teoria nelle autoscuole. Sostengono la prima prova a quiz e poi si trovano alle prese con i tre temi, uguali per tutti, da svolgere in due ore.
E qui arriva la famigerata sindrome. La cerchiamo su internet, non certo strumento scientifico, ma se esiste qualcosa dovrebbe saltar fuori. Con quel nome nulla. Proviamo con l’inglese; che si tratti della Traffic Stress Syndrome? Probabile, intanto l’esame è da rifare. “Molti di noi sono stati bocciati a causa di quella sindrome. Ora preparerò ancora una volta la prova, ma mi chiedo – conclude Antonio – come sia possibile studiare un argomento non previsto e sinceramente sconosciuto. C’è chi ha tirato ad indovinare parlando del super io e ce l’ha fatta: purtroppo non sono laureato in psicologia”.
Per la cronaca: se al volante siete aggressivi, ansiosi o depressi, comunque si chiami avete un problema. Ma forse non verrete bocciati a quell’esame.