Genova. Terzo Valico ferroviario Genova-Milano, la Regione Liguria ha chiesto al ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti conferme sulla modifica del testo di Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri sulla disciplina del trattamento di terre e materiali rocciosi provenienti dagli scavi.
Nelle scorse settimane, il DPCM ,così come il Ministero lo stava impostando, imponeva ai siti con la presenza di più di una fibra di amianto all’interno dello scavo, in una parte di roccia, di smaltirlo in loco o di trattarlo come rifiuto pericoloso.
Procedura che secondo molte regioni comporterebbe un considerevole aumento dei costi di smaltimento. Sia Cociv, sia Autostrade per l’Italia hanno segnalato che senza modifiche il testo avrebbe messo a rischio il piano degli investimenti di molte opere in diverse zone del Paese e in Liguria, il previsto ribaltamento a mare di Fincantieri a Sestri Ponente, strettamente legato al deposito dello “smarino” provenienti dai cantieri del Terzo Valico.
L’assessore all’Ambiente e Infrastrutture Giacomo Giampedrone, in un incontro in mattinata, insieme con il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, dopo il sopralluogo ai cantieri del Bisagno e del Fereggiano, ha presentato al ministro Galletti una memoria che richiama anche i motivi per i quali la Conferenza Stato-regioni non aveva dato l’intesa alla bozza del governo. Toti e Giampedrone hanno preso atto delle modifiche al provvedimento annunciate dal ministro Galletti, riservandosi una valutazione una volta a conoscenza della nuova bozza di testo.
Le soluzioni alternative, per non compromettere i lavori delle opere in corso e di quelle future, chieste dalle regioni non metteranno a rischio la sicurezza dei cittadini. La questione riguarda, infatti, il ritrovamento di fribre di amianto in loco e all’interno nella roccia, nulla a che vedere con materiali volatili.