Genova. Alluvionati di serie A e di serie B: è quello che sta avvenendo in Liguria tra chi ha subito l’alluvione dell’ottobre 2014 che ha colpito soprattutto Genova e la sua provincia, e coloro che invece sono stati colpiti dal maltempo nel novembre dello stesso anno. Un solo mese di differenze tra i due fatti analoghi che hanno determinato vittime in entrambe le situazioni e l’impossibilità per i privati colpiti dall’alluvione di novembre di vedersi riconoscere e quantificare il danno subito.
E’ quanto denuncia la Regione Liguria attraverso una lettera indirizzata questa mattina dagli assessore alla Protezione Civile Giacomo Giampedrone e alle Attività Produttive Edoardo Rixi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. “Chiediamo al Governo uno sforzo per superare l’attuale disparità di trattamento tra alluvionati – dicono i due assessori – una circostanza che risulta particolarmente odiosa per gli interessati che si sentono vittime di una palese ingiustizia rispetto ai danneggiati dall’alluvione 2014”.
E’ ancora nella memoria dei liguri la terribile alluvione dell’autunno 2014 quando due gravi eventi alluvionali avvenuti a ottobre e a novembre hanno provocato vittime e gravi danni al patrimonio pubblico e privato, compromettendo il tessuto economico e abitativo del territorio. In entrambe le alluvioni erano stati dichiarati due distinti Stati di Emergenza.
“Purtroppo però – dicono Giampedrone e Rixi – la gestione dei due eventi non è stata uguale: se per l’evento di ottobre sono stati utilizzati finanziamenti derivanti da economie che hanno consentito di erogare contributi a favore delle abitazioni danneggiate; la stessa cosa non è avvenuta per quei cittadini che hanno perso le loro abitazioni a novembre del 2014”. Per quest’ultimo evento Governo e Unione Europea hanno stanziato risorse vincolate agli interventi di prima emergenza e di somma urgenza che non possono essere utilizzati a favore dei privati. Ammonterebbero a un centinaio i casi più gravi, cioè quelle famiglie che hanno perso la casa di residenza perché distrutta o inagibile e pertanto. “Lanciamo un appello al Governo – concludono i due assessori – affinché non abbandoni questi cittadini e possa così individuare quelle risorse, pari ad almeno 5 milioni di euro, indispensabili per non lasciarli completamente soli”.