Il progetto

Pace, accoglienza e immigrazione: un convegno internazionale a Genova

Il progetto è maturato durante l’incontro che si è svolto in Regione fra la delegazione del Parlamento giordano e il vicepresidente del Consiglio regionale Serio Rossetti

delegazione giordania

Genova. Un convegno internazionale con il Ministro degli esteri del Governo giordano organizzato alla Commenda di Pré, a Genova, sui temi della pace, dell’integrazione fra le culture dei popoli che si affacciano sulle due sponde del Mediterraneo e sull’accoglienza degli immigrati. Il progetto è maturato ieri pomeriggio durante l’incontro che si è svolto in Regione fra la delegazione del Parlamento giordano, guidata da Koloud Khatabethe e il vicepresidente del Consiglio regionale Serio Rossetti, che era delegato dal presidente Francesco Bruzzone. Alla riunione hanno accompagnato la delegazione giordana Alfredo Maiolese, presidente dell’European Muslims League e responsabile degli affari esteri dell’Organizzazione Mondiale degli Stati, e il consigliere regionale Giovanni Lunardon.

“Ritengo importante – ha spiegato il vicepresidente Rossetti – che in questa fase, in cui assistiamo a poderosi flussi migratori fra le due coste del nostro mare, siano intensificate le relazioni fra i popoli che stanno vivendo questa difficile e tormentata situazione scongiurando il rischio di una chiusura delle frontiere o di pericolosi rigurgiti nazionalisti”.

Nell’incontro di ieri è emerso che la Giordania sta accogliendo oltre 5 milioni di profughi di cui due milioni provengono dalla vicina Siria, devastata da una guerra interna. In Italia anche la Liguria è coinvolta nel Piano di accoglienza organizzato dal Governo. “Il convegno proposto – ha commentato Lunardon – a cui potrebbe prendere parte anche un alto rappresentante del governo di Amman, può rappresentare un appuntamento importante. Un nuovo passo verso la comprensione di un fenomeno di portata mondiale, certamente di difficile gestione, ma che rappresenta un’occasione per l’Europa e l’Italia per riaffermare i principi di tolleranza e accoglienza, per gettare un ponte di pace tra le due sponde del Mediterraneo. La scelta della Commenda di Pré avrebbe un grande significato simbolico, culturale”.

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