Genova. La Kavo Promedi ha confermato la chiusura della sede genovese di via del Commercio a Nervi motivandola con ragioni di riorganizzazione. Da domani quindi 13 su 16 lavoratori, che fino a venerdì realizzavano le imbottiture dei seggioli per dentisti, saranno in aspettativa retribuita fino alla conclusione della trattativa tra azienda e sindacati. Intanto gli impianti rimasti in azienda sabato sera restano lì. Sono questi i dati principali emersi dall’incontro che si è svolto questa mattina in Confindustria tra azienda, sindacati, Comune e Regione dopo il blitz di sabato quando il management dell’azienda tedesca ha inviato tir e operai polacchi a portar via tutte le macchine.
“L’azienda ha confermato la volontà di chiudere – ha spiegato il segretario della Fiom genovese Bruno Manganaro che ha partecipato all’incontro insieme ai delegati dell’azienda e al segretario della Fim Cisl Alessandro Vella – ed ha agito in modo barbaro perché temeva gli scioperi e le lotte. Per fortuna il diritto di scioperare lo abbiamo ancora e a livello sindacale ci organizzeremo perché quello che è accaduto non si ripeta mai più”.
La trattativa dovrebbe riprendere lunedì prossimo, ma le speranza per salvare l’azienda e i posti di lavoro sono pochi: “Resta da sperare che qualcuno gli dia una mano a trovare un nuovo posto di lavoro – commenta Manganaro – e che ci auguriamo che l’azienda dopo questa figuraccia sia generosa almeno dal punto di vista economico”.
Lo stesso concetto è stato ribadito dall’assessore comunale allo Sviluppo economico Emanuele Piazza: “Quello che è successo sabato è stata una ferita per i lavoratori ma anche per tutta la città – ha detto Piazza – e i lavoratori ora devono essere indennizzati”. La chiusura della Kavo Promedi non avrà al momento alcuna conseguenza per il 25 dipendenti della Kavo Italia, che curano la parte commerciale è hanno sede nello stesso stabilimento anche se, secondo fonti sindacali, la notizia sulle modalità dello smantellamento di sabato, hanno fatto il giro d’Italia con possibili conseguenze sulle vendite in Italia. Proprio per questo tutti a Genova si augurano quantomeno che i manager dell’azienda vogliano rimediare alla figuraccia fatta per evitare ripercussioni sul mercato italiano.
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