Genova. Sono preoccupate le associazioni e i comitati di Cornigliano, che dal 2007 sono riunite in un tavolo di lavoro per il monitoraggio delle bonifiche e della riqualificazione del quartiere voluto dal municipio medio ponente. Una sorta di ‘comitato di controllo’ sull’attuazione dell’accordo di programma per la parte che riguarda il quartiere che per decenni ha subito la servitù degli impianti a caldo dell’Ilva e dei danni alla salute che ne sono derivati e oggi, proprio come fanno i lavoratori, chiede che ‘pacta sunt servanda’, i patti siano rispettati.
“I corniglianesi – spiega Paolo Collu coordinatore del tavolo – si aspettano che i soldi che l’accordo di programma destina alle bonifiche non siano deviati per i lavori socialmente utili, non perché non ci interessi il reddito dei lavoratori dell’Ilva, molti dei quali fra l’altro abitano a Cornigliano ma perché a quello deve pensare il Governo ed eventualmente il nuovo acquirente dell’Ilva. Società per Cornigliano è intervenuta già due volte, di cui l’ultima in modo straordinario con 5 milioni di euro, e ora non ci sono altre risorse da sottrarre al quartiere”.
Il gruppo di lavoro, che riunisce circa 15 associazioni (tra cui Acli, parrocchia, civ, polisportive) ha messo quindi un punto fermo a due giorni dall’avvio al Mise del tavolo tecnico sui lavori di pubblica utilità per i dipendenti del sito di Cornigliano su cui il Governo tramite l’emendamento Basso ha sbloccato l’utilizzo delle risorse di Società per Cornigliano (ma la Regione ha chiesto un ulteriore atto normativo per evitare di incappare in un’eventuale indagine della Corte dei Conti) ma non ha previsto formalmente alcuna risorsa aggiuntiva né una garanzia su una restituzione delle risorse anticipate dalla società nata per le bonifiche del sito Ilva.
“Se nell’incontro di giovedì non ci verrà assicurato che i soldi non verranno deviati dalle bonifiche – spiega Collu – faremo un documento e non escludiamo altre iniziative per denunciare la situazione”.
Per le associazioni e i comitati di Cornigliano i soldi rimasti nelle casse di società per Cornigliano servono tutti (o quasi) “per fare quello che Il programma integrato di riqualificazione urbana di Cornigliano prevedeva, dalla riqualificazione anche commerciale di via Cornigliano, che oggi sta morendo, ai collegamenti della strada a mare con le sponde del Polcevera – dice il coordinatore – alla riqualificazione dell’ex mercato ortofrutticolo da destinare a scopi associativi, alla creazione di un’area verde attrezzata con parco urbano e una nuova palestra nella zona ex gasometri nell’area accanto a Villa Bombrini”.
Una posizione da sempre condivisa e oggi ribadita dal vicesindaco Stefano Bernini che oltre ad essere vicepresidente di Società per Cornigliano è anche il presidente del municipio che istituì il tavolo di lavoro: “Siamo ormai a un livello di guardia – dice Bernini – e non si possono utilizzare risorse per altre attività perché non ci sono più i margini economici”.
Bernini giovedì non sarà a Roma. Per il Comune ci andrà l’assessore allo Sviluppo Economico Emanuele Piazza e per Società per Cornigliano il direttore Enrico Da Molo. “Confido che questa posizione emerga in maniera chiara – dice Bernini – in caso contrario, il mio voto sarà contrario”.