Genova. Via degli Iris, via dei Narcisi e poi Ciclamini, Campanule, ma, a dispetto nei nomi, “le nostre strade rischiano di diventare un immenso deposito di rifiuti a cielo aperto”. Siamo a Quarto Alta, levante di Genova, e va in scena la rivolta contro Amiu e la raccolta porta a porta dei rifiuti. “Non chiamatela così – spiega Marco Ambrogiani, portavoce del Comitato Spontaneo Quarto Alta – semmai è ‘portone a portone’, visto che nessun incaricato arriverà nelle nostre case a ritirare la spazzatura. Dovremo invece portare i contenitori fuori dai palazzi”.
Sì, ma fuori dove? E’ questo il punto dello scontro con l’azienda incaricata della raccolta dei rifiuti. Non ci sono spazi adatti, lamentano gli abitanti, per una mole così ingente di secchi. “Nella mia scala – ancora Ambrogiani – siamo in 21: questo si tradurrà in altrettanti bidoni per l’umido (svuotati 3 volte alla settimana) assieme a 21 bidoni, ad esempio, per la raccolta della plastica. Ci sono palazzi che hanno perfino 100 appartamenti. Se li immagina lei 100 bidoni dell’umido sulla strada, magari d’estate, per esempio davanti alle finestre del primo piano?“.
Il braccio di ferro dura da dicembre, nelle scorse ore Amiu pare aver in parte virato su cassonetti condominali. “Non cambia molto, dove li metteremo? Ci sono palazzi che non hanno spazi condominiali se non le scale di accesso: per entrare nel portone bisognerà scavalcare i bidoni? Amiu deve diminuire i punti di conferimento dei rifiuti e controllarli, multando chi non fa la differenziata”.
Quello che si teme di più a Quarto Alta è però un’ordinanza del Comune. “Questo complicherebbe non poco la situazione – conclude Ambrogiani – e per questo ci appelliamo al sindaco Doria. Ma andremo avanti: siamo pronti a fare un esposto alla magistratura e a chiedere i danni“.