Genova. Duecentoventitre chilogrammi di hashish, oltre a oltre 5,5 kg di cocaina, molto probabilmente solo una delle partite che venivano custodite in diversi magazzini cittadini.
I carabinieri del nucleo investigativo di Genova, coordinati dal colonnello Oreste Gargano, lo definiscono il più grande sequestro di stupefacente destinato al mercato genovese che, a differenza di altri ingenti sequestri che passano talvolta dal porto di Genova, arriva via terra dalla Spagna, dopo aver attraversato il Mediterraneo dal Marocco. E un imprenditore del crimine, Gian Marco Usai, 55 anni, genovese, che dopo un passato da rapinatore di banche e portavalori, aveva capito che il traffico di stupefacenti su grande scala era molto più redditizio.
Con lui in manette sono finiti anche due incensurati genovesi: Gabriele Gallone, 28 anni e Girolamo Montella (quest’ultimo coinvolto in un ruolo minore), 30 anni oltre a un pregiudicato marocchino di 37 anni arrestato a Milano che si occupava di fare da intermediario.
Gian Marco Usai
Era lui la mente della banda. Pluripregiudicato, della vecchia guardia criminale, aveva già scontato diversi anni di carcere per rapina. Ancora nel 2004 aveva rapinato armato di pistola un portavalori a Quezzi, un bottino da 120 mila euro esplodendo anche alcuni colpi d’arma da fuoco. Su di lui pende una sentenza della Cassazione che il prossimo due marzo, se fosse stata confermata la condanna a 8 anni, lo avrebbe riportato in carcere. E lui in carcere non ci vuole tornare. Per questo secondo gli investigatori, il nuovo business doveva consentirgli al più presto una latitanza all’estero. Non solo, in base a quanto scoperto dagli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Alberto Lari, Usai è anche un buon conoscente di Marietto Rossi, meglio noto come il ‘Vallanzasca genovese’, a capo di una banda criminale negli anni Settanta e poi di nuovo arrestato lo scorso anno per rapina e l’omicidio di un corriere della droga a Borzonasca. Anche questo elemento denota secondo gli investigatori come Usai sia un criminale di una certa levatura.
Le indagini
Le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo andavano avanti da tempo da sono state accelerate a partire da metà dicembre dopo aver notato una crescita esponenziale dello spaccio di hashish sul mercato genovese. La droga arrivava in città su camion che venivano scaricati nei pressi di Genova Ovest. Da lì il corriere, Gabriele Gallone, caricava tutto su un auto e portava in diversi magazzini e box tra Coronata e soprattutto i vicoli genovesi. Le indagini vanno avanti con difficoltà visto che Usai viene definito “paranoico” dagli investigatori: con Gallone parla solo in mezzo alla strada, non si reca mai nei magazzini e non si avvicina allo stupefacente.
Ma i militari capiscono che a un certo punto in uno di questi box è arrivata una partita grossa con quantitativo enorme di hashish, ben 210 chilogrammi tutti insieme. A quel punto intervengono con il sequestro. Gli indagati, dopo la sparizione della droga, si preoccupano, ma non possono escludere che si sia trattato di un furto comune. Prendono provvedimenti e spostano la droga rimasta una decina di chilogrammi oltre a 85 mila euro, in un luogo per loro più sicuro ancora. Gallone coinvolge l’amico Girolamo Montella e gli chiede il favore di custodirgli solo per un paio di giorni droga e soldi, in cambio di un pezzo di “fumo”. Ma a quel punto, visto che gli investigatori temono che Usai, insospettito, decida di lasciare il Paese, procedono agli arresti.
Oltre alla droga (223 kg di hashish, 5,5 kg di cocaina) sono stati sequestrati circa 100 mila euro in contanti, è stata sequestrata una macchina contasoldi di quelle in dotazione alle banche e diverse sim e telefoni.