Genova. Il processo per il crollo della Torre Piloti del porto di Genova è stato aperto e subito rinviato al 25 marzo. Il giudice monocratico Silvia Carpanini ha calendarizzato le udienze fino a metà luglio: in tutto sono 23.
Nella prossima udienza saranno prese in esame le questioni preliminari, poi il processo slitterà al 4 aprile.
In aula erano presenti alcuni familiari delle vittime, tra questi Adele Tusa, con la figlia Silvana, madre di
Giuseppe. “Mio figlio non è in vendita, non mi interessa il risarcimento, la vita di un uomo non va toccata lo dice anche la Costituzione. Mi hanno ammazzato un figlio che pensavo fosse in una botte di ferro e invece me lo hanno restituito in una bara di legno”.
Con lei Antonio Morella, papà di Davide: “Cerchiamo giustizia, che sia rapida, giusta e trasparente. Mio figlio
gestiva la sicurezza del porto di Genova ed è morto vittima innocente”. Tra i familiari delle vittime anche uno dei quattro superstiti, Gabriele Russo, sottocapo della capitaneria di porto: “Ho sentito tremare la torre come fosse un terremoto, il pavimento – racconta – mi è crollato sotto i piedi, ho visto il buio e mi sono trovato in mare ed ho pensato di morire. Spero sia fatta giustizia per le vittime”.