Ricorso al tar

Apertura di Scarpamondo a Rapallo: guerra dell’Ascom contro la grande distribuzione

municipio rapallo

Rapallo. Gli operatori commerciali rapallesi, con il supporto di Ascom Confcommercio Rapallo, hanno voluto intraprendere un’azione forte nei confronti dell’iniziativa di apertura di Scarpamondo in Corso Assereto. La decisione di inoltrare ricorso al Tar è stata infatti condivisa dall’intera associazione a partire dal suo presidente, Rocco Costanzo, e da tutto il consiglio direttivo.

“A prescindere dunque dai firmatari finali dell’iniziativa legale, la piattaforma di consenso rispetto a tale azione è molto ampia e diffusa tra gli associati Ascom Confcommercio di Rapallo, infatti molti avrebbero voluto firmare il ricorso ma i legali ci hanno chiesto di farlo sottoscrivere solo ad aziende che possano ragionevolmente rischiare di subire danni diretti”, spiega l’associazione, secondo cui il progetto impatta negativamente sul tessuto commerciale rapallese in un momento di grandissima crisi economica e nel quale ci si aspetta che le amministrazioni lavorino per salvaguardare il territorio attraverso il sostegno ai negozi di vicinato, “che tanto contribuiscono alla qualità della vita e all’ordine pubblico, invece di spalancare le porte alla grande distribuzione anche dando corso a pratiche la cui legittimità, peraltro, sembra da verificare”, dice ancora Ascom.

“Ritiene che i negozi di vicinato e le imprese rapallesi – che quotidianamente affrontano mille difficoltà per continuare a sostenere le proprie aziende, per pagare gli stipendi ai loro dipendenti e per garantire un presidio di sicurezza e un adeguata offerta di turistica e di servizi – siano soggetti che devono stare a cuore alle Istituzioni a partire dall’Amministrazione comunale – spiega Rocco Costanzo -La situazione occupazionale inoltre va valutata in senso ampio e rimaniamo perplessi quando sentiamo parlare di assunzioni da parte di punti di vendita grandi e senza servizi di vendita assistita. Ovviamente la loro occupazione incide in misura inferiore in termini di costi aziendali rispetto alla gestione delle piccole imprese; si può quindi pensare a una riduzione globale degli addetti”.

Oscar Cattaneo, vice presidente Ascom Confcommercio Genova, spiega che anche dal capoluogo arriva l’appoggio ai colleghi di Rapallo nella loro azione. “Se si ipotizzano irregolarità amministrative nel rilascio di un’autorizzazione è giusto che questa venga sospesa per una verifica, soprattutto se si tratta di superfici di vendita significative per il tessuto commerciale, urbanistico e sociale ove vanno ad insediarsi”, dichiara.

“Più in generale ci preme scongiurare –  continua Cattaneo – la distruzione di un modello di rete distributiva che è quello che meglio risponde al nostro sistema economico e demografico. La rete distributiva tradizionale, a differenza di altre strutture fisiche artificiali, si sviluppa di concerto al contesto sociale ed urbano, creando un baricentro commerciale assolutamente conforme ai punti di aggregazione e di relazione sociale, ai luoghi di residenza e agli elementi storici ed architettonici di una città. E’ per questo motivo che abbiamo anche richiesto e ottenuto dalla Regione Liguria una riflessione in direzione di una programmazione commerciale finalizzata alla concreta tutela dell’assetto del territorio  mediante una moratoria nel rilascio delle autorizzazione per le Grandi Strutture di Vendita”.

“Contestualmente – conclude Cattaneo – abbiamo chiesto, sempre alla Regione Liguria, che avvii un’istruttoria sullo stato attuale della rete distributiva: ovviamente non si tratta di individuare indicatori quantitativi che limitino nuove aperture, bensì della possibilità di realizzare studi analitici che possano valutare quali siano gli effetti diretti conseguenti all’apertura di grandi strutture di vendita sulla rete distributiva esistente e quali siano gli  effetti indiretti che tali insediamenti hanno prodotto sulla rete di vendita tradizionale e sul tessuto sociale pre-esistente (in termini di chiusure esercizi di vicinato e dei mercati rionali, aumento microcriminalità, apertura di nuove attività economiche compro oro/sale giochi/money transfer). Se una politica liberistica spinta può avere una sua ragione in situazioni economiche espansive, diventa invece devastante nei momenti di recessione come quello che attualmente stiamo vivendo”.

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