Genova. Emergerà nelle prossime settimane il ponte “zero” della Concordia che, attualmente, ha raggiunto un pescaggio di 13 metri, risultato delle attività di alleggerimento, ossia di rimozione degli allestimenti e delle strutture interne al relitto e di quelle di taglio e rimozione dei ponti.
È’ questo lo stato dei lavori sul relitto della nave da crociera naufragata quattro anni fa, all’Isola del Giglio, che venne raddrizzata e trasportata a Genova con un’operazione di ingegneria marittima unica nella storia della marineria. Il relitto, dopo essere stato raddrizzato è fatto galleggiare, era stato trasportato a Genova il 27 Luglio del 2014, prima al Vte, dove sono iniziati i lavori di disallestimento e successivamente l’11 maggio del 2015 nell’ex superbacino delle Riparazioni Navali del Porto di Genova.
Le prossime operazioni previste sono il completamento dell’alleggerimento fino al ponte 0, il taglio delle strutture esterne e la resa stagna del ponte 0 che servirà per garantire un sistema di galleggiamento alternativo una volta che i cassoni che sorreggono il relitto (alcuni sono stati già staccati) verranno rimossi per il trasferimento nel bacino di carenaggio.
“Ship Recycling”, il consorzio notato dall’accordo tra i cantieri navali Saipem e San Giorgio del Porto, che si è aggiudicato l’appalto, stima che la durata complessiva del progetto sarà di circa 2 anni. “La velocità non è una priorità – spiegano sul sito realizzato per offrire la massima trasparenza sui lavori – l’obiettivo principale è completare bene il lavoro e garantire il minore impatto possibile per l’ambiente e il personale, attraverso un monitoraggio costante e sistemi disegnati specificamente per ridurre l’impatto ambientale delle operazioni”.
In questo senso, dall’inizio del progetto, sono state condotte costantemente attività di monitoraggio di 4 parametri ambientali: qualità dell’acqua, qualità dell’aria, rumore e sedimenti. Sono stati, inoltre, utilizzati speciali sistemi di aspirazione dei vapori e di abbattimento sono utlizzati durante le operazioni di taglio. Mentre, sul fronte della sicurezza dei lavoratori, priorità del progetto, si sono svolte, costantemente, esercitazioni antincendio e di evacuazione, in collaborazione con le autorità competenti, e tutti i tecnici, gli ingegneri e il personale che lavora a bordo riceve un adeguata formazione sulla sicurezza.
Nelle operazioni di demolizione sono impegnate, attualmente, 200 persone anche se, dall’inizio del progetto si sono raggiunti picchi di 300 operatori, con circa 80 aziende coinvolte delle quali 78 italiane. Sono oltre 15.600 le tonnellate di materiali già stati rimossi, di cui la maggior parte, circa l’80% è stato inviato a recupero, 9mila sono acciaio e metalli.