Genova. E’ atteso per questa mattina l’interrogatorio di garanzia davanti al gip per Karim e Shahad el Kunani, i due fratelli arrestati all’aeroporto Colombo il 31 dicembre scorso, mentre tentavano di imbarcarsi su un aereo per Londra. I due erano in possesso di false carte d’identità belghe e foto di armi e scene di guerra sul telefonino.
Ed è proprio il telefonino del ragazzo a dimostrare che i due sarebbero stati a Genova già dal 28 dicembre: lo smartphone, infatti, si sarebbe agganciato a una rete wifi pubblica. Il telefonino, con una sim iraniana, conterrebbe numerosi messaggi in arabo, che adesso gli inquirenti dovranno decifrare, e alcuni numeri di cellulare inglesi.
Decisivo sarà anche l’esame dei tabulati e delle celle agganciate per ricostruire tutto il viaggio fatto dai due prima di arrivare nel capoluogo ligure. Al setaccio anche le telecamere della zona dell’aeroporto per vedere se siano stati accompagnati da qualcuno all’aeroporto o se abbiano preso un taxi o un mezzo pubblico.
Intanto le prime ipotesi parlano di una sorta di viaggio di prova per testare i controlli. Il giorno scelto per la partenza, ovvero un giovedì, quando non sono previsti voli per Istanbul e il Colombo è sottoposto a controlli meno serrati, secondo gli inquirenti potrebbe non essere stato casuale.
I due, al momento dell’arresto, hanno raccontato di essere due profughi in fuga dalla Siria, di essere stati in Belgio dove avrebbero comprato i documenti falsi e di volere raggiungere un fratello a Londra. Ma secondo gli inquirenti, Karim e Shahad avrebbero mentito. Al loro legale, l’avvocato Stefano Bertone, hanno invece raccontato di essere stati prima in Turchia e poi in Algeria prima di arrivare in Italia, senza mai essere passati dal Belgio.
Ma dagli elementi raccolti dagli investigatori della Digos i due avrebbero girato a lungo: sarebbero stati in Turchia, poi, forse viaggiando in treno, nei paesi del Nord Europa e infine sarebbero arrivati in Italia, a Milano, per poi atterrare a Genova. La preoccupazione è elevata e secondo gli inquirenti Karim e Shahad non sono due semplici immigrati.