Genova. Scene di guerra e di persone che inneggiano allo Stato Islamico, di gente ferita, di bambini armati e di sentenze di condanna egiziane per fatti di terrorismo legato alla jihad. E’ il contenuto dei telefonini che avevano i tre libici, Abdel Kader Alkurbo (50 anni libico con passaporto svedese), Muhamad Ali Mosa Lufty (43 anni libico residente a Bruxelles) e Mohamed Abdel Mohamed Amar (39 anni, libico con passaporto belga), arrestati domenica in porto con l’accusa di riciclaggio aggravato dalla finalità terroristica.
I legali dei tre arrestati, però, sostengono che non siano terroristi. “Sono passati dalla Libia alla Tunisia – dicono Enrico Romanelli e Agostino Zurzolo – ed erano diretti a Bruxelles. Le auto le hanno comprate ed erano sorpresi che la polizia abbia contestato loro che fossero rubate. Loro non hanno contatti a Genova e con il territorio ma erano solo in transito”. Domani il magistrato chiederà la convalida dell’arresto e la misura cautelare in carcere, mentre l’interrogatorio verrà fissato entro venerdì.
Intanto polizia e Digos hanno setacciato numerosi internet point di Genova (Pre’, San Fruttuoso e Sampierdarena) nell’ambito dei controlli inseriti nell’attività di prevenzione incrementata dopo gli attentati di Parigi di un anno fa al settimanale satirico Charlie Ebdo e quelli del 13 novembre scorso.
In un anno la polizia ha fatto oltre 7000 controlli in locali dove è possibile collegarsi alla rete, alla caccia di possibili simpatizzanti della jihad.