Genova. La seduta solenne del Consiglio Regionale, il 26 gennaio, e poi la Cerimonia ufficiale, il giorno successivo alle 10.30, a Palazzo Ducale con l’orazione di Pino Petruzzelli, storico ed attore, che dei temi dello sterminio, dell’intolleranza e dell’emarginazione ha fatto la propria cifra artistica. Saranno questi i momenti centrali del fitto calendario di iniziative e celebrazioni per rinnovare la memoria della Shoah e commemorare le vittime dell’Olocausto, lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte.
Anche per il 2016 il gruppo di lavoro, coordinato dalla Prefettura di Genova, ha predisposto un fitto ed articolato programma di iniziative in grado di sollecitare il coinvolgimento di un vasto pubblico con particolare attenzione, in osservanza allo spirito che anima la legge istitutiva del Giorno della memoria, alle giovani generazioni. E proprio a loro sono dedicati due momenti importanti, il giorno della seduta solenne, con la premiazione dei vincitori del concorso letterario-artistico “27 gennaio: Giorno della Memoria” riservato agli studenti delle scuole medie superiori liguri e il giorno successivo, al Ducale, quando verranno premiati gli studenti degli istituti scolastici che hanno partecipato al concorso provinciale “I giovani ricordano la Shoah”.
In quell’occasione verranno consegnati gli attestati di riconoscimento agli “Eredi dell’ANED”, cioè a coloro che, dopo i testimoni diretti della deportazione nazista, hanno il compito di continuare a diffondere tra i giovani la conoscenza di quei tragici eventi, nonché verrà consegnata una Medaglia d’Onore, prevista per i cittadini italiani che siano stati deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra.
Il programma proseguirà poi con mostre, incontri, proiezioni e spettacoli teatrali che affronteranno il tema della Shoah e degli altri stermini nella consapevolezza che la conservazione e la divulgazione della memoria di ciò che accadde, purtroppo, può contare sempre meno sulla testimonianza diretta dei protagonisti di allora e deve necessariamente affidarsi a voci di generazioni nate e cresciute dopo quel tragico ed oscuro periodo della storia dell’uomo.