Successo

La startup tutta ligure convince gli americani: 900.000 dollari per Horus Technology

Sognano di ridare la vista ai ciechi, ora gli occhiali hi-tech stanno per diventare un dispositivo rivoluzionario in vendita da fine 2016

Liguria. Non si ferma la “corsa” di Horus Technology, startup tutta ligure che, da due anni, sogna di ridare almeno in parte la vista ai non vedenti. Nati come progetto universitario, gli occhiali hi-tech in grado di tramutare le immagini in segnali audio sono ormai quasi pronti per fare il loro debutto sul mercato: tutto grazie a un investimento da 900.000 dollari da parte dell’americana 5Lion Holdings.

Horus Technology è il “sogno” di due ragazzi, il savonese Saverio Murgia e il suo socio Luca Nardelli, trentino che però studia a Genova. Il loro però non è un semplice “business”. A differenza dei celebri Google Glasses, gli occhiali progettati dal colosso di Mountain View il cui obiettivo era quello di frapporre un display tra l’utente e il mondo creando quella che in gergo si chiama “realtà aumentata”, questi sei ragazzi si sono posti l’obiettivo molto più ambizioso di restituire ai non vedenti una vita normale.

Il dispositivo da loro progettato, Horus, si propone infatti come dispositivo assistivo in grado di aiutare persone cieche e ipovedenti nello svolgimento delle attività quotidiane. Una serie di sensori e telecamere osservano e monitorano l’ambiente circostante, “traducendolo” in stimoli uditivi che vengono trasmessi all’utente: Horus in pratica osserva la realtà, la comprende e la descrive alla persona, fornendo informazioni utili (attraversamenti pedonali, lettura di testi, riconoscimento di volti e di oggetti) in maniera discreta e al momento opportuno. Il tutto avviene non con un comune auricolare, ma attraverso la conduzione ossea: in questo modo l’udito della persona non risulta penalizzato ed è possibile ascoltare le informazioni anche in contesti rumorosi.

Un progetto partito da lontano, quando nel 2014 il gruppo di studenti savonesi si è affidato per partire a Edison Start. Da lì una crescita costante, con riconoscimenti sempre più importanti e la creazione dei primi prototipi. A inizio 2015 il primo finanziamento, una campagna di crowdfunding che puntava a raggiungere i 20.000 euro e che invece sfondò quota 30.000. E ora, finalmente, il primo investimento davvero “pesante”: ben 900.000 dollari (poco più di 830.000 euro) da parte di 5Lion Holdings per portare gli Horus dallo stadio di prototipo a quello finale di dispositivo commercializzabile.

Oltre l’80% della cifra ricevuta sarà dedicato a ricerca e sviluppo, con l’obiettivo di arrivare al prodotto definitivo e commercializzarlo entro fine 2016. “Due anni fa non avrei mai immaginato che da un’idea potesse nascere qualcosa di così grande – è il commento di Saverio Murgia, il giovane savonese CEO di Horus Technology – Adesso, non ci resta che rimboccarci le maniche e continuare determinati a fare la differenza”.

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