La lotta

La lunga giornata dei lavoratori Ilva. E domani si ricomincia fotogallery video

Tra poco si torna in fabbrica. E domani prima assemblea alle 7 del mattino

Ilva, Il corteo dei lavoratori

Genova. La protesta dei lavoratori dell’Ilva di Genova non si ferma. Dopo una lunga giornata in piazza con lo stop degli impianti dello stabilimento e il blocco di via Cornigliano i lavoratori sono pronti per tornare in fabbrica e passarci la notte. Per domani l’appuntamento è alle 7 con una nuova assemblea dove verranno decise le prossime azioni. Una giornata caratterizzata dal silenzio da parte del Governo, quella di oggi, dopo l’invio formale della convocazione dell’incontro per discutere dell’accordo di programma fissato per il 4 febbraio.

“Nella lettera, che convoca il comitato non si fa menzione alla presenza del ministro Federica Guidi – hanno detto questa mattina i sindacalisti della Fiom e della Failms – e viene in sostanza riproposto lo stesso incontro che abbiamo avuto a Genova. Questo non basta perché a decidere non sono i tecnici ma i politici”. Verso sera la doccia fredda, anche se si tratta al momento solo di indiscrezioni: “Le nostre fonti presso il ministero dello sviluppo economico ci hanno confermato che il ministro Guidi non parteciperà all’incontro del 4 febbraio – dice Armando Palombo, rsu Fiom – perché il Governo dice che l’accordo di programma dell’Ilva scade a giugno di quest’anno nel senso che decadrà non appena il gruppo sarà venduto”.

Nessuno oggi tra i consiglieri regionali e comunali che hanno approvato nei mesi scorso documenti a difesa dell’accordo di programma è arrivato in via Cornigliano per dare appoggio alla battaglia dei lavoratori nonostante comunicati di solidarietà siano arrivati da Prc, M5S e Rete a Sinistra. Per il segretario del Pd genovese Alessandro Terrile “le preoccupazioni lavoratori sono legittime”, ma “l’incontro del 4 febbraio al Mise sarà l’occasione per affrontare politicamente il tema dello sviluppo industriale e occupazionale”. Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e l’assessore allo Sviluppo economico Edoardo Rixi sostengono la richiesta di Fiom e Failms circa la presenza di “un rappresentante del governo per dare sicurezza e certezza a tutti, dagli enti locali ai lavoratori”.

E mentre la preoccupazione tra i lavoratori sale – in ballo c’è il futuro di 1635 dipendenti – la frattura tra i sindacati sembra ormai insanabile. Oggi Fim e Uilm hanno attaccato pesantemente i metalmeccanici della Cgil accusandoli di “rovinare l’immagine di tutto il sindacato” e polemizzando sull’occupazione della fabbrica e su presunte “intimidazioni ai lavoratori che volevano lavorare”. Netta la replica del segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro: “I nostri azionisti sono i lavoratori dell’Ilva che questa mattina hanno votato l’occupazione della fabbrica. Gli altri, che in fabbrica non c’erano, non sappiano il mandato da chi l’abbiamo ricevuto”.

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