Genova. “Unità delle istituzioni e dei sindacati sul caso Ilva”. A chiederlo sono i consiglieri regionali del Partito Democratico Raffaella Paita (capogruppo), Giovanni Lunardon, Pippo Rossetti e Valter Ferrando, la segreteria provinciale unitaria del Pd e il commissario ligure David Ermini.
“Le divisioni tra le parti sociali non hanno mai aiutato i lavoratori – dicono gli esponenti del Partito Democratico – e proprio per questo appare apprezzabile ed equilibrata la posizione espressa da Fim e Uilm. Contestare, come fa la Fiom, l’emendamento parlamentare che consente la copertura, fino a settembre, dell’integrazione al reddito dei lavoratori dell’Ilva di Cornigliano vuol dire mettere a rischio il risultato fin qui ottenuto. Ed è importante che si raggiunga un’unità di intenti tra enti locali, sindacati, e cittadinanza genovese proprio per garantire un futuro allo stabilimento di Cornigliano. In questo senso ci sembra positivo che il Prefetto abbia rinnovato l’impegno a far proseguire le relazioni industriali tra sindacati e Governo”.
Gli esponenti del Pd sottolineano come “l’Accordo di programma e il mantenimento dei livelli salariali siano stati messi in sicurezza grazie alla Legge salva Ilva del Governo e all’emendamento del gruppo parlamentare del Partito Democratico e questo aspetto – dicono tutti insieme – è ancora più evidente oggi, visto che ai lavoratori di Taranto, purtroppo, non è stato concesso l’integrativo al reddito come è invece avvenuto per i loro colleghi genovesi; quindi non si può non partire da una considerazione positiva rispetto a quanto è stato fatto fino a questo momento. Adesso, però, è necessario lavorare ancora per garantita la sicurezza del reddito dei lavoratori dello stabilimento di Cornigliano anche oltre il settembre del 2016”.
Il Gruppo del Partito Democratico in Regione, il commissario Ermini e i colleghi della segreteria provinciale esprimono anche solidarietà al segretario genovese del Pd Alessandro Terrile, insultato e spinto da alcuni manifestanti scesi oggi in piazza. “Sono metodi – dicono i consiglieri regionali – che non si possono assolutamente tollerare”.