Genova. Nuovo sciopero per i lavoratori dell’Ilva di Genova con un corteo che lunedì 18 gennaio partirà dallo stabilimento di Cornigliano per arrivare sotto la Prefettura dove alle 12 si riunirà il Collegio di Vigilanza sull’accordo di programma per i lavoratori dello stabilimento di Genova. A proclamare la nuova mobilitazione sono state la Fiom Cgil e la Failms Cisal al termine dell’assemblea dei lavoratori che si è tenuta in fabbrica questa mattina. “Ci auguriamo che domani Fim e Uilm facciano lo stesso – commenta Armando Palombo, coordinatore dell’rsu Fiom dell’’Ilva – perché al di là delle polemiche abbiamo cominciato un percorso insieme e speriamo di portarlo a termine in modo unitario”.
Obiettivo della manifestazione è ottenere il rispetto dell’accordo di programma “che il Comune di Genova e il Pd stanno disdettando a suon dichiarazioni in cui parlano della necessità di contestualizzarlo – spiega il sindacalista – ma quell’accordo che impedisce trasferimenti, licenziamenti e tutela il reddito ha valore di legge”.
Così se, come probabile, il dl Ilva (che sarà votato alla Camera oggi) passerà senza ulteriori modifiche rispetto all’emendamento basso “saranno il Comune di Genova e la Regione Liguria a dover mettere i soldi per i lavori socialmente utili, perché i lavoratori non vogliono assistenza, vogliono lavorare come hanno fatto per sei anni su dieci da quanto è stato firmato l’accordo di programma”. Altre assemblee si terranno nel pomeriggio e nella serata di oggi per i lavoratori degli altri turni. Fim e Uilm invece hanno convocato l’assemblea dei lavoratori per domani mattina.
“Non abbiamo bisogno di clausole sociali inutili su ordini del giorno importanti ma che non hanno valore esecutivo, come hanno dimostrato gli ultimi due approvati a Regione e Comune – hanno ribadito in assemblea i segretari di Fiom e Failms Bruno Manganaro e Francesco Giambruni – ma del rispetto dell’accordo di programma che può essere modificato solo nelle sedi opportune”.
Se l’emendamento passerà l’integrazione al 70% varrà solo fino a settembre. Poi il buco nero, da un lato c’è in ballo la vendita del gruppo (che secondo i piani del governo dovrebbe concludersi entro giugno), dall’altro la riforma degli ammortizzatori sociali contenuta nel jobs Act che prevede che da settembre per i lavoratori di Cornigliano i contratti di solidarietà siano equiparati a 12 mensilità di cassa integrazione, con un ulteriore taglio pesante sul reddito e l’azzeramento di tutte le attuali premialità.
Anche di questo si parlerà al collegio di vigilanza di lunedì e “se non arriveranno risposte la mobilitazione proseguirà” garantisce la Fiom.