Genova. “Quando una persona, uno stato, una nazione intera pensa di essere superiore e di prevaricare gli altri in virtù di questa supposta superiorità, non lavora per il bene di tutti, ma lavora per la distruzione”. Il Giorno della Memoria a Genova trascorre con la cerimonia ufficiale a Palazzo Ducale: reduci dell’orrore, giovani, autorità insieme per ricordare la tragedia della Shoah.
Per la Regione è il vicepresidente del Consiglio Sergio Rossetti a parlare agli studenti riuniti nella Sala del Maggior Consiglio. “Nei campi di sterminio ebrei, dissidenti politici, omosessuali e disabili sono stati uccisi, torturati e privati della propria identità – ha aggiunto Rossetti – in quanto considerati “diversi” e senza diritto di cittadinanza. Ora noi, in questa occasione, dobbiamo decidere se vogliamo impegnarci e riconoscere l’altro come persona con i nostri stessi diritti, se vogliamo prendere coscienza dell’importanza della cultura della differenza, diventandone i testimoni”.
Per debellare i veleni dell’antisemitismo e del razzismo il primo strumento per Marco Doria, sindaco di Genova e della Città Metropolitana, “è la memoria che mantiene ferma la verità dei fatti, contro ogni negazionismo, riduzionismo e rappresentazione annacquata delle responsabilità. Come ammoniva Primo Levi ‘meditate perché questo è stato, questo è accaduto’ ricordare quelle pagine di storia, tragiche e dolorose in modo inaudito, è anche un modo per orientarci nel presente”.
La Shoah, lo sterminio degli ebrei “è stato – ha detto Marco Doria – un unicum drammatico costruito però con elementi che singolarmente si ritrovano nella storia e nel presente: il razzismo scatenato prima di tutto contro gli ebrei e diventato teorema di stato, una nazione industriale moderna e potente che mette tutta la sua forza al servizio di un progetto di annientamento, una macchina di brutale ferocia contro le vittime che insieme agli ebrei erano gli oppositori politici, zingari, persone omosessuali e disabili”.