Genova. Una fiaccolata per ricordare Giuseppe Buttaro, l’ex finanziere in pensione ucciso domenica da un automobilista ubriaco che lo ha travolto mentre camminava sul marciapiede in via Canepari, a Certosa. L’appuntamento per domani è fissato per le 20.30 in piazza Petrella.
“Le tre parole d’ordine dell’iniziativa – spiega Fabio Losciale, uno dei fondatori del comitato ‘Quelli che tengono a Certosa’ che organizza la fiaccolata sono – solidarietà per Sara e Matteo i figli di Giuseppe Buttaro, rispetto per un uomo che ha dedicato 30 anni della sua vita a servire lo Stato e riflessione sulla situazione del quartiere, una riflessione che speriamo sia condivisa dai cittadini che parteciperanno e anche dalle istituzioni”.
In un momento difficile per il quartiere (ancora questa mattina una rapina a mano armata in pieno giorno) l’obiettivo di tutti sembra essere quello di trovare un equilibrio tra la necessità di intervenire e quello, altrettanto importante, di evitare la caccia all’uomo, o magari addirittura allo straniero.
“Non è un problema di italiani o stranieri – ci tiene a precisare Losciale – tanto è vero domani sera alla fiaccolata parteciperà anche la rappresentante di un’associazione della comunità sudamericana. Quello che chiediamo è un maggior controllo del quartiere da parte delle forze dell’ordine e di una regolamentazione della vendita di bevande alcoliche come è avvenuto in altre zone della città. Con le istituzioni cerchiamo di lavorare, non sempre concordiamo ma è importante lavorare tutti insieme”.
Per domani l’appello è quello di evitare ogni contestazione nel caso arrivino rappresentanti delle istituzioni, insieme a un chiaro no a strumentalizzazioni politiche di qualsiasi tipo: “Diciamo a chiunque arrivi da fuori quartiere e pensi di venirci a spiegare come gestirlo che ringraziamo ma decliniamo l’invito” dice Losciale.
La precisazione, rivolta a qualsiasi gruppo o forza politica, arriva a poche ore di distanza dalla ‘passeggiata’ organizzata da Forza nuova questa notte e postata sulla pagina Facebook del gruppo.
Dall’episodio prende decisamente le distanze Enrico D’Agostino, presidente del comitato Liberi Cittadini di Certosa: “Come certosino mi sento indignato e provo vergogna di tali presenze in un quartiere che ha dato la migliore gioventù alla lotta partigiana, ma purtroppo questo è il clima che si respira nel quartiere che deriva dalle colpe di tutti quelli che in questi anni non si sono voluti assumere delle responsabilità, dai comitati stessi ai cittadini alle istituzioni. Oggi quelli che credono nella democrazia devono farsi una bella autocritica”.