Liguria. In questi giorni la Regione Liguria ha annunciato che gli immigrati e le immigrate, se vorranno godere dei diritti garantiti dal welfare regionale, dovranno sottoscrivere una carta dei valori, di cui sono ancora ignoti i contenuti.
“Io ho sempre creduto che, per ottenere prestazioni sanitarie, non ci volesse nessuna condivisione di valori ma che le persone vadano curate sulla base di un semplice principio di umanità ma rimanendo nell’angusto sentiero tracciato dall’assessore regionale leghista Viale e pur non conoscendo i contenuti della carta dei valori, mi sono posto alcune domande: l’assessore Viale sarà a conoscenza che spesso le persone,che giungono in Liguria non conoscono la nostra lingua ma magari hanno anche difficoltà a comprendere una qualunque lingua comunitaria ed allora quanti interpreti bisognerà pagare per spiegare ai migranti cosa devono firmare? L’assessore Viale è a conoscenza che l’arabo,come lingua ufficiale di per se non esiste poiché è declinata in numerose varianti nazionali (egiziano,tunisino,…) per cui dovremo tradurre la carta in ogni specifica variante? L’assessore Viale sa che potrebbe anche arrivare un testimone di Geova,che non riconosce il ruolo dello stato ed allora cosa faremo una discriminazione su base religiosa? L’assessore Viale sa che in Italia esiste già una carta dei valori,che è stata conquistata con il sangue delle italiane e degli italiani,che combatterono i nazifascisti tra il 1943 e il 1945 e che si chiama “Costituzione della Repubblica Italiana” per cui non esistono altre carte di valori di riferimento per un amministratore?”. Lo scrive in una nota Danilo Bruno, consigliere federale dei Verdi.
“A questo punto, mentre l’assessore Viale si affanna a proibire l’uso del Burqa, già peraltro vietato dalle norme antiterrorismo, noi Verdi continueremo a batterci per una politica di gestione del fenomeno migratorio, che sia adeguata ad un fenomeno epocale e che sia inclusiva e soprattutto privilegi l’accoglienza, l’impiego delle e dei migranti per la costruzione di una Europa democratica, federata, moderna e solidale”, termina.