Genova. Si è conclusa alle 2 di notte con un nulla di fatto la lunga trattativa su Atp in cui i sindacati Filt-Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl e Faisa Cisal hanno chiesto il ripristino del contratto integrativo (il cui 30% è decurtato dagli stipendi dei lavoratori da quasi due anni) e l’applicazione dell’aumento previsto dal contratto collettivo nazionale.
Una partita che vale complessivamente quasi un milione di euro, di cui 600 mila per gli integrativi.
La trattativa, cominciata alle 12, più volte interrotta e poi ripresa grazie sopratutto all’intervento del prefetto, si è arenata quando “di fronte alla nostra richiesta di garantire l’applicazione del contratto nazionale a partire da febbraio, azienda e città metropolitana hanno cominciato a tergiversare – spiega Antonio Cannavacciuolo, Uiltrasporti – quando solo qualche ora prima il consigliere delegato Vassallo ci aveva detto che rispetto al ccml non c’erano problemi”.
Un rallentamento della trattativa e la difficoltà di arrivare in fondo è derivata anche in gran parte dell’assenza del sindaco Marco Doria: “Ad ogni passaggio era necessario inviare una mail al sindaco e attendere la sua risposta e le sue correzioni. Oggettivamente è difficile condurre una trattativa per corrispondenza” dice il sindacalista.
I sindacati, dopo la rottura della notte, si sono detti disponibili ad una nuova convocazione per tutta la giornata di oggi: “Se si chiariscono le idee e ci chiamano noi ci siamo, ma se non arriveranno certezze, ognuno ricomincerà ad andare per la sua strada”. Imprescindibile quindi l’applicazione da subito del contratto nazionale, che è stato anche sancito da un referendum fra i lavoratori, mentre rispetto al ripristino dell’integrativo i sindacati hanno concesso alla città metropolitana più tempo visto che le risorse potrebbero arrivare dalla vendita della Questura che si dovrebbe concludere tra marzo e giugno.