Genova. Il processo per le vicende del G8 “gestito dai colleghi genovesi con straordinario senso della legalita’, instancabile tenacia, grande sapienza tecnica e investigativa” e’ stato suggellato dalla decisione della Corte Europea dei diritti dell’uomo che ha sottolineato come “il rischio di abusi richiede da parte degli Stati membri l’approntamento degli apparati giuridici necessari per prevenire e punire tali abusi e indica nelle norme incriminatrici penali uno degli strumenti fondamentali”. E’ un passaggio della relazione del procuratore generale di Genova Valeria Fazio scritta per l’inaugurazione dell’anno giudiziario.
“La sentenza – ha detto Fazio – ricorda con accenni sobri ma emozionanti che i magistrati genovesi inquirenti e giudicanti hanno operato tra molte difficolta’, riuscendo a trattare i
procedimenti con la necessaria celerita’ e completezza di indagini nonostante episodi di mancata collaborazione”. Ma sul piano generale la decisione propone “importanti temi di riflessione anche per l’operatore de diritto – ha detto Fazio – prima di tutto la Corte europea dei diritti evidenzia che esiste in Italia un problema strutturale di inadeguatezza delle norme penali” e fa esplicito riferimento alla assenza di norme penali “che abbiano come oggetto ‘pratiche di tortura e trattamenti inumani e degradanti’.
In secondo luogo, prosegue Fazio “segnala che la prescrizione deve essere compatibile con le esigenze della Convenzione e formula una conseguente valutazione della prescrizione italiana come istituto potenzialmente confliggente con la effettivita’ della tutela dei diritti