Genova. “Oggi si è aperta, a Roma la Porta Santa è quello che ricordiamo oggi è’ proprio la lungimiranza, la profezia di don Federico che apri la sua porta a don Andrea, e che cosa celebrano se non una comunità che ha avuto la forza di aprire la porta a chiunque bussava?” Così Padre Tonio Dell’Olio di Libera e Pax Christi ha ricordato, nella chiesa di San Benedetto al Porto, quell’8 dicembre del 1970 quando, proprio in questa chiesa, venne fondata la comunità.
“Don Gallo era stato messo in un certo senso in esilio dal Carmine, che era la sua parrocchia – spiega Domenico Megu Chionetti, della Comunità di San Benedetto – e dopo aver chiesto a tutti i parroci trova accoglienza da don Federico Rebora e nasce la comunità di San Benedetto. Per noi, quindi, questa per noi è la festa più importante perché raccoglie le relazioni, il territorio, gli amici, e la celebriamo con una messa ma anche con un pranzo, alla Sala Chiamata, per 500 persone”.
Oggi, due anni e mezzo dopo la scomparsa di Andrea la sua eredità e’ ancora molto forte, la comunità continua a portare avanti la sua missione di accoglienza, tra Genova e Alessandria, nonostante il momento di crisi che colpisce anche il sociale.
“Oggi le comunità devono fare i conti con un budget per la sanità che è sempre più ristretto. Noi siamo equiparati agli ospedali, ci vengono richieste prestazioni e norme sempre più costose ma il nostro compito non è quello di essere luoghi di cura. Le terapie sono strumenti ausiliari di un percorso di partecipazione per l’inserimento nella società. Le comunità sono un primo passo per poi trovare una casa e un lavoro. Questo diventa sempre più difficile ma ci stiamo provando. Da soli non ce la possiamo fare ma, a due anni e mezzo di distanza, sentiamo ancora forte il sostegno, l’amore, le relazioni, che Don Gallo ci ha lasciato e che ci permettono di proseguire attraverso gli aiuti esterni di volontariato aldilà dei budget i della sanità.
L’ultima sfida della Comunità e’ quella della “Fabbrica del Riciclo” per la rigenerazione degli oggetti usati. “Facciamo un appello a tutti – conclude Chionetti – portateci i vostri giocattoli usati, non solo a Natale ma tutto l’anno, perché li metteremo a posto e lo venderemo e il ricavato andrà a un ente che girerà, ciclicamente”.