Giovedì scorso, in occasione di un incontro a Serra Riccò, di fronte alle segnalazioni della presenza del lupo nel nostro Appennino, il presidente dell’Assemblea regionale Francesco Bruzzone ha affermato che vanno riviste le leggi venatorie, rendendole più aspre. Il motivo? Secondo lui la fauna è cambiata. In realtà andrebbe rivisto e ribaltato completamente l’approccio che la politica ha avuto fino ad oggi verso gli animali, la natura e l’ambiente.
Bruzzone faccia un profondo sospiro. Si tranquillizzi, metta da parte per una volta la sua furia venatoria e rifletta in modo scientifico su come gestire gli equilibri ecologici di un ambiente già sofferente per la troppa pressione antropica.
Ecco alcune cose che la Lega, Bruzzone e tutti i loro amici cacciatori è meglio sappiano sul lupo:
1) Non è un pericolo per l’uomo: nei censimenti eseguiti in Italia nessun essere umano è stato mai aggredito da un lupo;
2) Non è un pericolo per gli allevamenti: quasi tutte le sue prede, infatti, sono costituite da fauna selvatica (come, ad esempio, i cinghiali), una piccolissima percentuale può essere costituita da animali allevati, ma che possono essere tutelati tranquillamente e ottimamente dai cani pastore e reti debolmente elettrificate (importanti esempi nei nostri parchi);
3) È tornato nell’Appennino ligure con le proprie forze: non è stato portato dall’uomo (a differenza dei cinghiali di grossa taglia, introdotti per favorire gli stessi cacciatori), il lupo può percorrere anche 50 chilometri al giorno ed è arrivato in Liguria, suo habitat naturale, dalle aree appenniniche in cui era sopravvissuto;
4) Il lupo è importantissimo per il nostro territorio: il loro numero dipende da quanti animali selvatici ci sono. A un certo momento le popolazioni di prede e predatori si stabilizzeranno e il lupo svolgerà quella funzione importantissima di controllo per tutto l’ecosistema;
5) La caccia non è mai la soluzione: studi scientifici internazionali dimostrano che l’attività venatoria verso il lupo porta a un aumento vertiginoso dei capi da allevamento predati dall’animale; la caccia fa disperdere i branchi e i sopravvissuti, non essendo in grado di cacciare gli animali selvatici da soli, sono costretti a predare esclusivamente animali da allevamento;
Di tutto questo ne è cosciente da tempo l’Europa, nella cui direttiva Habitat del 1992 viene incluso il lupo tra le specie che necessitano di misure urgenti di protezione. Nel 1997 ne sono vietate la cattura, l’uccisione, lo scambio e la commercializzazione. A livello internazionale, il lupo compare nella lista rossa delle specie minacciate. La CITES include il lupo tra le specie a rischio estinzione.
Quindi, con buona pace di Bruzzone e di tutta la Lega, continuiamo a ribadire con forza il nostro NO ALLA CACCIA come soluzione per il ripristino degli equilibri in campo faunistico e il nostro si a cambiare le leggi, ma in direzione diametralmente opposta: verso una TOTALE SALVAGUARDIA DEL LUPO intesa a favorire gli equilibri ecologici del nostro territorio e per garantire la sopravvivenza di un alleato assolutamente naturale per gli agricoltori e gli allevatori nella prevenzione dei danni da ungulati.
Marco De Ferrari, portavoce MoVimento 5 Stelle in Regione Liguria