Bagnino eroe

La storia di Giuseppe, il bagnino diventato Cavaliere della Repubblica

80 anni di età e 100 persone salvate in carriera

Genova. Da camallo a bagnino (che ha salvato oltre 100 persone) fino a Cavaliere del lavoro. C’è anche Giuseppe Criaco, ottant’anni, tra le persone che sono state insignite dei diplomi delle onoreficenze dell´Ordine al Merito della Repubblica Italiana durante una cerimonia in Prefettura, a Genova.

Una storia che merita di essere raccontata anche perché per lui il riconoscimento è arrivato dopo che sono state le tante persone con cui è venuto a contatto in quasi un secolo, a chiederne il riconoscimento.

Con lui altre 16 persone alle quali è stato riconosciuto il titolo di commendatore e cavaliere. Rappresentanti delle forze dell’ordine e dell’amministrazione dello stato, dirigenti d’azienda, professionisti, imprenditori, ma anche lavoratori comuni.

“Si tratta di onoreficenze attribuite dal Presidente della Repubblica – spiega il Prefetto di Genova, Fiamma Spena – per coloro che in tanti settori di attività hanno svolto il loro lavoro aldilà di quello normalmente richiesto, con impegno e dedizione straordinaria”.

Tante storie differenti, quindi, tutte però contraddistinte dalla straordinaria devozione al lavoro, ma anche alcune molto particolari come quella che ci racconta Criaco. “Oggi ho ottant’anni ma sono ancora in forma. Negli anni ho salvato almeno un centinaio di persone, e spesso mi sono fatto male picchiando contro gli scogli durante i salvataggi”.

Ma il suo impegno non si ferma al salvamento in mare ma anche ad azioni di coraggio portate avanti grazie alla sua cintura nera di jujitsu presa, racconta, quando a Genova c’erano solo due palestre. “Ho consegnato alla polizia un maniaco che molestava i bambini nei parchi di Nervi e che aveva un coltellaccio – spiega – ma ho anche sventato diverse rapine e aggressioni. In tre avevano mandato all’ospedale un vigile e una vigile sua, ma io ci ho mandato loro e poi sono intervenuto durante una rapina in Via Sala, e ho consegnato i malviventi alle forze dell’ordine”.

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