Genova. E’ stato probabilmente uno sguardo di troppo a due ragazze ‘del gruppo’ a scatenare l’assurda violenza che ha mandato all’ospedale uno studente universitario di 25 anni che per tutta la vita dovrà portare una ventina di viti al titanio a tenere insieme la mandibola. Una storia che risale alla notte del 29 luglio scorso al termine della serata dei festeggiamenti patronali ad Arenzano.
Sono circa le 2 e mezza quando in piazza Allende un gruppo formato da un ragazzo di vent’anni e due coetanee passa davanti a un gruppetto formato da tre studenti di qualche anno più grandi. Uno scambio di sguardi alle ragazze, unito probabilmente a qualche birra di troppo, scatena l’inferno. Così mentre le due ragazzine si allontanano e se ne vanno, il ventenne prima discute con il gruppetto poi si allontana di poco e prende il cellulare. In una manciata di minuti arrivano ‘gli amici’, una decina in tutto secondo le indagini effettuate dai Carabinieri di Arenzano coordinati dal comandante Massimo Pittaluga. Uno dei primi ad arrivare si toglie maglia e cintura e comincia a rotearla in aria per chiamare a raccolta gli altri. Tutta la scena viene ripresa dalle telecamere del Comune, installate poco tempo prima. Tutto ma non l’aggressione vera e propria che avviene in un vicolo nascosto. Un’aggressione brutale che ha come vittima uno solo dei tre ragazzi, che finisce all’ospedale con fratture multiple maxillo-facciali” con prognosi di oltre 40 giorni e deve essere sottoposto ad un delicato intervento chirurgico al volto.
Le indagini dei carabinieri hanno portato all’individuazione di cinque dei dieci aggressori: sono tutti ragazzi di giovani che non studiano né lavorano e gravitano nel quartiere genovese di Sestri ponente. Si tratta di F.H., 19 anni, di origine albanese, residente a Genova-Pegli; I.S., 20 anni, residente a Genova-Sestri Ponente; M.R.,19 anni, residente a Sestri Ponente; C.M., 19 anni e J.P., 20 anni, residente a Santa Margherita Ligure. Tutti tranne uno hanno alle spalle altre denunce per rissa e tutti questa mattina quando sono stati arrestati hanno negato di aver preso parte al pestaggio. Attualmente si trovato tutti agli arresti domiciliari chiesti dal sostituto procuratore Alberto Landolfi e firmati dal gip Cinzia Perroni.
I carabinieri, che sono arrivati a loro grazie alle telecamere di sorveglianza ma anche ad alcuni testimoni, sperano di poter individuare anche il resto dei membri del branco. Le indagini proseguono anche per verificare se alcuni di loro abbiano partecipato ad altri episodi violenti che si sono verificati a Genova nel periodo estivo