L'inaugurazione

Variante di Settembrin, aperta da oggi la nuova porta della Val Graveglia

cronaca

Genova. Alle 11.23 sono passate le prime auto, moto e un gruppo di ciclisti. La variante di Settembrin alla provinciale 26 da oggi è aperta e la nuova “porta” della Val Graveglia che elimina un chilometro di pericolose e disagevoli strettoie fra le case è stata inaugurata, fra molti cittadini della vallata, dal sindaco metropolitano Marco Doria con i sindaci di Carasco, Massimo Casaretto, di Cogorno, Enrica Sommariva e di Ne, Cesare Pesce insieme ai rappresentanti delle istituzioni (per la Regione il consigliere Claudio Muzio), degli enti locali del territorio e l’ex commissario della Provincia Piero Fossati che aveva avviato il progetto e seguito a lungo i lavori.

“La Città metropolitana nata all’inizio di quest’anno – ha detto Marco Doria – si era data la priorità di completare due grandi incompiute, questa variante e nel genovesato il nuovo ponte stradale di Manesseno. L’abbiamo fatto in entrambi i casi, oggi si apre un’opera davvero importante per i collegamenti e il rilancio del territorio, finalmente pronta e percorribile dopo tanta attesa. Ringrazio chi si era impegnato anche a livello politico per trovare gli stanziamenti, le imprese che hanno lavorato per questa infrastruttura, gli uffici della Provincia e poi della Città metropolitana che hanno sempre dato prova di grande competenza, passione e serietà.”

L’ente è impegnato anche sulle emergenze “come la frana di Carasco – ricorda Doria – su cui mi dicono sindaci e tecnici si sta lavorando bene per la sistemazione strutturale definitiva. Cerchiamo di curare questo territorio fragile, non è semplice e non abbiamo molte risorse, ma mettiamo tutto ciò di cui possiamo disporre, nel dialogo con i sindaci e i cittadini, a beneficio del territorio e delle sue opportunità.

”Dopo la benedizione di don Enrico Dondero della vicina prioria di Santa Eufemiana e le parole di prete Rinaldo del Villaggio del Ragazzo “davvero un bel momento e speriamo possano realizzarsi anche altre cose auspicate”, per la variante è arrivato il taglio del nastro affidato a Enrica Sommariva insieme a tutti i sindaci. Massimo Casaretto alla soddisfazione per la variante (“è stato finalmente centrato l’obiettivo che accomunava Carasco, Cogorno e Ne di portare a buon fine quest’opera fondamentale per il territorio e ringrazio tutti quelli che hanno contribuito a realizzarla”) aggiunge un duplice appello “fare filiera comune per il prolungamento di viale Kassman” e riaprire la strada di Gazzo e Leivi utilizzata come viabilità alternativa dal tragico crollo del ponte di Carasco all’apertura del nuovo ponte d’acciaio “per gli abitanti di Gazzo, Buggico e Loreto sarebbe un collegamento prezioso”.

Cesare Pesce non nasconde l’emozione perché “la Val Graveglia aspettava e voleva da trent’anni una nuova via d’accesso, voluta anche da tutti i cittadini come dimostrano le tante persone che oggi sono qui. Un’opera fondamentale anche per la sicurezza. Ringrazio Piero Fossati che aveva catalizzato con noi le idee per il tracciato e ringrazio Marco Doria che ha ereditato l’opera.” Enrica Sommariva vede un “segnale particolare e positivo nel fatto che la variante sia stata aperta proprio un anno dopo la drammatica alluvione nel Levante e quest’opera è il simbolo per i cittadini di una viabilità più sicura per spostarsi e vivere sul territorio.” Per Piero Fossati “la variante è merito di tante, tantissime persone: c’era stata la buona volontà della Regione e dell’allora assessore Merlo per una parte davvero molto importante dei finanziamenti, quella dei sindaci, l’impegno costante della Provincia e dei suoi tecnici nel portarla avanti. C’è voluto tanto tempo, ma ora cogliamo questa nuova opportunità per il territorio.”

Claudio Muzio, portando i saluti “anche del presidente della Regione Toti e dell’assessore Giampedrone, impegnato con il direttore generale della Protezione civile Curcio” ha detto “se le amministrazioni possono cambiare le opere restano e questa per l’entroterra è di importanza strategica, frutto di una strada che deve proseguire.” Tre ponti d’acciaio ad arco (compreso quello di Santa Lucia risalendo la vallata) , un viadotto di collegamento sopraelevato di 3,5 metri rispetto alla zona d’argine del torrente per meglio consentire il deflusso delle piene, una carreggiata di oltre un chilometro larga sette metri oltre a banchine e marciapiedi sono le strutture della nuova variante cofinanziata dalla Regione con 6 milioni di euro, con 1,8 milioni dalla Provincia, ora Città metropolitana, che ne ha curato anche progetti, appalti e direzione lavori, con 1,050 dal Ministero dell’Economia e 200.000 euro dagli enti locali della vallata.

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