Genova. E’ incredula la gente di piazza delle Erbe, la mattina dopo l’omicidio in vico dei Biscotti dove uno 39 enne straniero è stato ucciso con un coccio di bottiglia che gli ha squarciato la gola, ma la situazione di degrado che sta vivendo il triangolo al centro della movida genovese è sotto gli occhi di tutti. Davanti al garage teatro dell’omicidio sono ancora visibili alcune chiazze di sangue, anche se in molti ieri sera, abituati al chiasso della zona, non si sono accorti di nulla. “Qui c’è spaccio, c’è una movida incontrollata con ragazzini ubriachi che fanno di tutto fino alle prime ore del mattino – dice una giovane donna che abita in zona – e nonostante mi capiti spesso di chiamare le forze dell’ordine non intervengo mai. Ci è voluto un omicidio per veder passare qualcuno in questa strada”.
“La movida è ormai un degrado e nessuno fa niente – racconta un signore anziano – eppure in teoria la presenza di tanti locali e tanta gente per noi è una garanzia di presidio del territorio, ma servono più controlli”. “Ho sentito un urlo – racconta un abitante di via San Donato – ma non ci ho fatto troppo caso perché qui i ragazzi la sera non fanno altro che spintonarsi e urlare. Poco dopo sono sceso col cane e ho visto i carabinieri con tutto transennato”.
“I problemi ci sono – commenta la presidente del Civ Marina Porotto – e riguardano soprattutto lo spaccio di questi vicoli e i minimarket che vendono alcool in quantità a basso costo. Insieme alle istituzioni e ai Giardini Luzzati stiamo portando avanti un percorso di riqualificazione di questa zona in cui crediamo molto, ma vorremmo che le cose procedessero in modo più spedito”. Il regolamento sull’alcool infatti è ancora fermo: “Ci sono alcuni punti che stiamo valutando ancora insieme, ma speriamo che possa andare in porto molto in fretta”. Che la zona, soprattutto quella intorno ai giardini Luzzati e a piazza Rostagno sia fuori controllo la sera tardi lo conferma la stessa associazione Giardini Luzzati che oltre a organizzare attività il pomeriggio e la sera ha dovuto mettere in piedi una sorta di sicurezza privata: “Abbiamo un socio che fa cinque passaggi al giorno per controllare la situazione – spiega Francesco Pescetto Cosentino dell’associazione – e chiedere in sostanza agli spacciatori di spostarsi e un secondo socio che lavora tutte le sere per garantire la sicurezza dalle 19 all’ora di chiusura”.
La richiesta unanime è quella di maggiori controlli: “Le forze dell’ordine passano poco e se passano arrivano in massa e magari fermano il ragazzino che si fuma uno spinello anziché gli spacciatori, mentre servirebbero controlli più discreti e mirati”.