Tumore al colon

Nanoparticelle e cocktail di farmaci per curare il tumore: primato mondiale di Iit e Galliera

Conferenza stampa tra Galliera e Iit

Genova. Dall’Istituto italiano di tecnologia, insieme all’ospedale Galliera, viene lanciata una nuova tecnologia che permette di bombardare il tumore del colon-retto con nanoparticelle caricate con un cocktail di farmaci chimici e naturali come la curcumina, con un mix personalizzato sul paziente.

Dopo una fase di test in laboratorio, la sperimentazione sull’uomo potrebbe partire tra un paio d’anni.

“Si tratta di una terapia molto innovativa – ha detto il direttore dell’oncologia medica dell’ospedale Galliera, Andrea De Censi – Grazie alle nanoparticelle possiamo colpire il tumore con farmaci tradizionali come i chemioterapici insieme a un cocktail di farmaci naturali come il mirtillo e la curcumina (il pimento del curry), che necessita concentrazioni molto elevate che non è possibile somministrare per bocca. Questo potrebbe dar luogo a dei brevetti”.

L’ospedale ha scelto di concentrare la sperimentazione sul tumore al colon-retto, in quanto in Italia si registrano 50 mila casi nuovi e 20 mila decessi all’anno ed è la patologia principale di oncologia del Galliera.

Il responsabile del laboratorio nanoparticelle dell’Iit Paolo Decuzzi ha spiegato che il suo centro sta approntando nanoparticelle da 100 a 10.000 volte più piccole di un capello, che veicolano medicinali e agenti di contrasto: “Possiamo approntare dei vettori studiati ad hoc su un paziente – ha aggiunto Decuzzi – In pratica le navicelle vengono iniettate nel sangue e raggiungono il tumore. Nella clinica già si iniettano chemioterapici con altre molecole, ma il problema è che le molecole non raggiungono il tumore allo stesso istante e nelle concentrazioni richieste. Quindi non c’è bisogno di inventare nuovi farmaci più potenti e più costosi, ma possiamo veicolare i farmaci esistenti con un mix studiato ad hoc sul paziente e in concentrazioni molto alte, siamo nel campo della medicina di precisione”.

La ricerca potrebbe essere usata anche in campo cardovascolare e nella teragnostica (che abbina la terapia e la
diagostica).

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