Genova. “Non lasciamo soli i lavoratori dell’Ilva nella battaglia in difesa dell’occupazione”. Questa la scritta impressa sui manifesti 6×3 che sono stati affissi sulle strade di Genova dal consigliere comunale e metropolitano di Progresso ligure Stefano Anzalone.
Un segnale che il politico ex Idv ha voluto dare ai sindacati e ai lavoratori dopo il ‘pasticciaccio brutto’ dell’ordine del giorno approvato dal Comune di Genova sulla vicenda Ilva che dà una sorta di via libera politico all’insediamento di nuove attività produttive in aree però vincolate dall’accordo di programma del 2005. “Non ho votato quell’ordine del giorno – spiega Anzalone – perché pur avendolo firmato come tutti perché pensavo che fosse stato condiviso con i sindacati, ho scoperto in aula che non era così e ho deciso di non votarlo”.
Stessa scelta astensiva è stata fatta dal consigliere di Federazione della sinistra Antonio Bruno mentre gli altri, alcuni per convinzione molti (si dice) per semplice distrazione visto che un ordine del giorno non ha alcun valore esecutivo, hanno dato il loro sì provocando l’ira di lavoratori e sindacati.
Difficile comunque, al di là del sostegno ai lavoratori, non pensare che quei manifesti giganti accompagnati dal ‘faccione’ del consigliere non abbiamo anche un altro significato. E la domanda sorge più che spontanea: E’ il primo passo da candidato sindaco? “No – assicura lui – come Progresso ligure, insieme all’Idv e al centro democratico abbiamo annunciato che avremo un nostro candidato sindaco. Lo presenteremo a settembre e non sono io. Posso solo dire che non è un politico di professione”.