Lo sfogo

Amiu, il direttore generale Strozzi: “Vergognoso che Genova debba fare turismo sui rifiuti”

Il 25 novembre la conferenza dei servizi potrebbe dare il via libera, il dg: "Si è perso troppo tempo a dibattere su inceneritore sì o no"

scarpino

“E’ una vergogna che una città di 600 mila abitanti non abbia un impianto dove conferire i rifiuti”. Lo sfogo del direttore generale di Amiu Ivan Strozzi arriva un po’ a sorpresa nel corso della conferenza stampa convocata dal Comune di Genova per illustrare il piano straordinario di pulizia affidato ad Amiu. “Di cosa dovrei parlare di aiuole e fiorellini?” dice, nemmeno troppo sottovoce, all’assessore comunale al ciclo dei rifiuti Italo Porcile evidentemente imbarazzato dal fatto che quello che è uno dei nodi ancora irrisolti dall’amministrazione Doria sia stato sollevato in una conferenza stampa non da un giornalista, ma da un dirigente della controllata di Tursi chiamato per ’salvare’ le sorti di Amiu poco meno di un anno fa.

Al termine dell’incontro Strozzi conferma e fa il punto sulla situazione: “Come azienda non posso che volere che il polo impiantistico di Scarpino con l’impianto di pretrattamento e di separazione secco umido prendesse quota velocemente perché non possiamo più permetterci di fare turismo sui rifiuti”. Un turismo che in soldoni costa qualcosa come 35 milioni di euro l’anno: “Nei prossimi giorni dovremo discutere con Regione Liguria e Regione Piemonte di un accordo per i primi sei mesi del 2016 e probabilmente quei costi sono destinati a salire più che a scendere”.

Dopo aver ottemperato alle prescrizioni previste dalla ora manca solo l’Aia: “A fine mese si svolgerà una commissione referente in seguito alla quale speriamo venga dato il via libera”. Con la realizzazione degli impianti di pretrattamento i rifiuti potranno essere conferiti a Scarpino 3 e comunque potranno essere conferiti ovunque (scegliendo il prezzo migliore) senza l’obbligatorietà degli attuali accordi tra Regioni a cui è vincolato il conferimento dei rifiuti indifferenziati non trattati. Tutto è secondario, fa capire il direttore generale di Amiu, rispetto al polo impiantistico di Scarpino, a cominciare dal biodigestore: “Finché non sarà realizzato potremo portare fuori l’umido scegliendo il miglior prezzo di mercato”.

Ma se lo sfogo c’è stato a chi era diretto? “E’ stata colpa anche nostra – dice – perché fino al 2014 non possiamo negare che nel piano industriale i temi fossero altri”. “Per troppo tempo – aggiunge – questa città ha giocato troppo sul dibattito inceneritore sì e inceneritore no, gassificatore sì e gassificatore no e la conseguenza è che non si è fatto né uno dell’altro”. Uno sfogo che però ha come bersaglio anche Regione e città metropolitana che di fatto il prossimo 25 novembre dovranno decidere il futuro di Scarpino.

Partita a parte ma strettamente collegata, quella sulla partnership industriale per Amiu. “Spero su questi temi – ha detto l’assessore Porcile – di poter convocare una conferenza stampa nelle prossime settimane”.

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